Le migliori poesie di Giuseppe Freda

Nato a Napoli (Arabia Saudita)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi, in Umorismo, in Racconti e in Diario.

Scritta da: Giuseppe Freda

Elogio della follia

Io vorrei dirti
una cosa importante:
c'erano per davvero
tre uomini
ed una capra
sotto la volta
di quella
chiesa gotica,
là dove per la prima volta
mi confidasti
di essere fuggito
da un manicomio.
Là per là
non ti avevo creduto,
ma quando
insieme alla capra
ho visto e ti ho detto
che c'erano anche
tre uomini
in volo a guisa
di dirigibili
librati sotto
gli affreschi
aerostatici
del tempio del vescovo,
allora ho capito
che solo un folle
poteva non credermi.
Giuseppe Freda
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: Giuseppe Freda

    Le stelle di fango

    Vivi la solita vita;
    e quando parliamo,
    mi sveli i misteri di sempre:
    denaro, successo,
    speranze orgogliose...
    Eppure,
    l'hai vista anche tu
    quella freccia quadrata
    pulsare di vita,
    volare in un attimo
    da un secolo all'altro,
    sfondare
    la cappa di fango
    che unisce
    le nostre esistenze...
    Gridasti al miracolo,
    vedendo la pioggia di stelle
    sgorgata da quella ferita...
    Stelle di melma
    brillanti di luce divina?
    Qualcuna.
    Ma tante stelle di fango,
    che tornano al fango.
    Giuseppe Freda
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Giuseppe Freda

      Eppùre

      Scrigni deserti.
      Violati, inerti.
      Fuochi già spenti.
      Delusi, vinti.
      Tempi svelati.
      Vissuti, andati.
      Voli distesi.
      Dolenti, arresi.
      Eppùre palpita
      d'argento il mare.
      Eppùre ardono
      stelle sicure.
      Eppùre ancora
      di nuovo amore
      ridono bocche innocenti, ignare.
      Eppùre ancora
      dentro il dolore
      fremono ali potenti, oscure.
      Giuseppe Freda
      Composta domenica 29 maggio 2011
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: Giuseppe Freda

        Palpito

        Penso la luce triste
        fioca sull'orizzonte,
        ed una mano nera
        che torturava cuori
        di notte,
        quando bambini buoni
        volano tra le stelle
        di calde fiabe bianche,
        senza spiegare ali
        nel buio.

        Vedo la strada stanca
        grigia di pietre mosse,
        e l'angelo deluso
        chino sopra cristalli
        di vento
        sparsi dentro le nubi:
        ghiacci di fantasia;
        torce di paradiso
        scagliate verso ombre
        di sole.

        Sogno sorrisi dolci,
        e occhi profumati
        di lacrime pensose
        su guance tempestate
        di perle:
        morbida come erba
        sopra una roccia viva
        di certezza che nasce,
        prendimi per la mano,
        speranza.
        Giuseppe Freda
        Vota la poesia: Commenta