Poesie di Fernanda Romagnoli

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Scritta da: Andrea De Candia

Sonno

Mia madre dorme,
sul cuscino il profilo di medaglia,
scaldandosi un tremulo ghiro
di respiro in fondo alla gola.
Dorme con due collane
di rughe allacciate alla nuca,
il sopracciglio
in pieghe di pacata meraviglia.
I capelli riposano leggeri
nell'ombra che al suo corpo fa da culla.
Ma la mano s'è arresa,
crocefissa alla vita.
Fernanda Romagnoli
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    Scritta da: Andrea De Candia

    Sulle quattro

    Stamane sulle quattro, vagolando
    col mio scettro d'insonnia per la casa,
    senza accendere le luci, m'avvenne
    d'intuire sulla soglia
    del terrazzo qualcosa, tra feroce
    e soave
    - non certo l'umidore
    dell'edera risalita in apnea
    né fantasmi di voci dalle antenne
    dei palazzi accasciati. -
    Era là fuori
    la notte in piena doglia:
    si sforzava di uscire dalle grotte
    di se stessa. Affannosa. Le esultava
    l'ampio addome di brividi, il madore
    ne intrideva le stelle.
    Fu come
    per una donna: trattenere
    un lungo attimo il fiato. E il suo dolore
    s'assommò, sangue ed anima, in un grido
    - lassù - di rosa.
    Fernanda Romagnoli
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      Scritta da: Andrea De Candia

      Poi

      Poi ti raggiungerò
      là dove – abbandonata
      la via terrestre, simile
      a rotaia in disuso –
      s'incammina lo spirito, esitante,
      confuso ancora al grido, ancora all'orlo
      della sua cieca vibrazione umana.
      Io ti raggiungerò
      dove tu "Sono qui!"
      balenerai, che ancora dalla fascia
      del buio mi districo.
      "Qui dove" – nell'angoscia
      di troppa luce, nessuno distinguendo –
      ti griderò. Ma già saremo Uno.
      Fernanda Romagnoli
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        Scritta da: Andrea De Candia

        Mar Rosso

        L'animo del poeta: un espatriato!
        Un erede di ghetti dati al fuoco!
        Non ha foglio di profugo. Non chiede
        viveri sigarette posto-letto.
        L'atlante – cancellato alle sue spalle.
        Pura circonferenza l'orizzonte
        (egli – al centro – il suo passo beduino).
        Su dal mattino – come da un bivacco;
        giù al tramonto, vermiglia intermittenza
        d'una misura senza fine.
        Ma a notte... come dolce il suo Mar Rosso
        trabocca in lui, l'inonda fra le ciglia
        quand'egli giace – tutto il cielo addosso.
        Fernanda Romagnoli
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