Scritta da: Federico Valente

Nuvole e carta

Il cielo è silenzioso stanotte.
Stracci di nuvole d'inchiostro,
macchie d'acqua sporca,
gli accarezzano il viso.
Una volta erano mie,
una volta.
Ora il mio calamaio
è una limitazione.
Il foglio identificazione.
Ah se solo potessi
potessi stringerle nel mio palmo,
come gli uomini fan
con gli accordi,
potrei riunirne i pezzi,
ri assaggiarne il possesso.
E se serrando il pugno,
queste si legassero,
colerebbe via il loro nero succo?
Indosserebbero
l'uniforme di carta,
le scarpe da lavoro?
Chi lo sa.
Io lo scrivo nella volta celeste,
e una volta aperto
il mio stringere dita,
e allacciate le stringhe,
leggerò attraverso le righe
della pagina, di questo
foglio che chiamano cielo,
cosa c'è che non va.
In me.
Federico Valente
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    Scritta da: Federico Valente

    Il cuscino

    Voglio girarmi nel letto
    e trovarti accanto a me,
    mentre il sonno distende
    la tua pelle, nella luce lunare.
    Accarezzarti i capelli,
    sentirne il profumo fino a soffocare,
    quel profumo che impregna
    le coperte, e impegna le narici.
    Voglio stringerti a me,
    come sa fare solo chi ama,
    unire le tue paure alle mie,
    e reciderle entrambe.
    Voglio scoprire che rumore fa
    l'unione di due anime,
    quando i lampioni sono spenti,
    e il cielo non è ancora acceso.
    Voglio tante cose, prima di addormentarmi,
    per poi svegliarmi stretto al cuscino
    E quando mi sveglio, sogno.
    Di spostare il cuscino e trovare il tuo sguardo.
    Federico Valente
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      Scritta da: Federico Valente

      Cronaca dell'ordinario

      Dove va la mia mente che ruba e rumina?
      ultimamente si illumina.
      la luce mi fulmina,
      se tornerà la fine sarà l'ultima.

      Dove vaga il mio io?
      l'ès scalcia, che dio taccia.
      super io, voce che mi delude:
      addio! si chiude! sarò io super!

      Dove va il mio corpo che vaga arreso?
      ogni mio cambio di percezione l'ha steso.
      questo nuovo potere dove l'ha preso?
      la forza si rigenera dall'inatteso.

      Dove vaga il mio viaggiare?
      Forse solo una volta giunto,
      scoprirò dove dovevo andare.
      Punto.
      Federico Valente
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