Le migliori poesie di Charles Baudelaire

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Scritta da: Valentina

La bellezza

Sono bella, o mortali, come un sogno di pietra e il mio seno,
cui volta a volta ciascuno s'è scontrato,
è fatto per ispirare al poeta un amore eterno e muto come la materia.

Troneggio nell'azzurro quale Sfinge incompresa,
unisco un cuore di neve alla bianchezza dei cigni,
odio il movimento che scompone le linee e mai piango, mai rido.

I poeti, di fronte alle mie grandi pose,
che ho l'aria di imitare dai più fieri monumenti,
consumeranno i giorni in studi severi, perché,

onde affascinare quei docili amanti,
ho degli specchi puri che fanno più bella ogni cosa:
i miei occhi, questi larghi occhi dalle luci eterne.
Charles Baudelaire
Composta mercoledì 28 ottobre 2009
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    Scritta da: Nadia De Luca

    Elevation

    Al di là degli stagni, delle valli e dei monti,
    al di là dei boschi, delle nuvole e dei mari,
    al di là del sole, al di là dell'aria,
    al di là dei confini delle stellate sfere,

    Tu, mio spirito, ti muovi con agilità
    e, come buon nuotatore che gode tra le onde,
    allegro solchi la profonda immensità
    con indocile e maschia voluttà.

    Fuggi lontano dai morbosi miasmi,
    voli a purificarti nell'aria più alta,
    e bevi, come un puro liquido divino,
    il fuoco chiaro che colma spazi limpidi.

    Le spalle alla noia e ai vasti affanni
    che opprimono col loro peso la nebbiosa vita,
    felice chi con ali vigorose
    si eleva verso campi sereni e luminosi;

    Chi lancia i pensieri come allodole
    in libero volo verso il cielo del mattino,
    - chi si libra sulla vita e comprende senza sforzo
    il linguaggio dei fiori e delle cose mute!
    Charles Baudelaire
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      Epigrafe per un libro condannato

      Non scrissi, o lettore innocente,
      pacifico e buon cittadino,
      per te questo mio saturnino
      volume, carnale e dolente.

      Se ancora non hai del sapiente
      Don Satana appreso il latino,
      non farti dal mio sibillino
      delirio turbare la mente!

      Ma leggimi e sappimi amare,
      se osi nel gorgo profondo
      discendere senza tremare.

      O triste fratello errabondo
      che cerchi il tuo cielo diletto,
      compiangimi, o sii maledetto!
      Charles Baudelaire
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        Scritta da: Elisa Iacobellis

        L'Uomo E Il Mare

        Uomo libero, tu amerai sempre il mare!
        Il mare è il tuo specchio; contempli la tua anima
        Nello svolgersi infinito della sua onda,
        E il tuo spirito non è un abisso meno amaro.
        Ti piace tuffarti nel seno della tua immagine;
        L'accarezzi con gli occhi e con le braccia e il tuo cuore
        Si distrae a volte dal suo battito
        Al rumore di questa distesa indomita e selvaggia.
        Siete entrambi tenebrosi e discreti:
        Uomo, nulla ha mai sondato il fondo dei tuoi abissi,
        O mare, nulla conosce le tue intime ricchezze
        Tanto siete gelosi di conservare i vostri segreti!
        E tuttavia ecco che da innumerevoli secoli
        Vi combattete senza pietà né rimorsi,
        Talmente amate la carneficina e la morte,
        O eterni rivali, o fratelli implacabili!
        Charles Baudelaire
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          Scritta da: Francesca Oniram

          Corrispondenze

          La natura è un tempio in cui viventi
          colonne lasciano talvolta sfuggire
          confuse parole; l'uomo vi passa,
          attraverso foreste di simboli,
          che lo guardano con sguardi
          familiari.
          Simili a lunghi echi,
          che di lontano si confondano
          in una tenebrosa e profonda unità
          – vasta come la notte e la luce –
          i profumi, i colori e i suoni si rispondono.
          Profumi freschi come carni di bimbi,
          dolci come il suono dell'oboe,
          verdi come praterie.
          Ed altri corrotti, ricchi e trionfanti,
          vasti come le cose infinite:
          l'ambra, il muschio, il benzoino
          e l'incenso, che cantano
          i rapimenti dello spirito e dei sensi.
          Charles Baudelaire
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            Scritta da: Silvana Stremiz

            Il Sole

            Lungo il vecchio sobborgo, ove le persiane pendono dalle
            catapecchie rifugio di segrete lussurie, quando il sole
            crudele batte a raggi raddoppiati sulla città e i campi, sui
            tetti e le messi, io mi esercito tutto solo alla mia fantastica scherma, annusando dovunque gli imprevisti della rima,
            inciampando nelle parole come nel selciato, urtando
            qualche volta in versi a lungo sognati.

            Questo padre fecondo, nemico di clorosi, sveglia nei campi
            i vermi e le rose, fa svaporare gli affanni verso il cielo,
            immagazzina miele nei cervelli e negli alveari. È lui a
            ringiovanire coloro che vanno con le grucce e a renderli
            allegri, dolci come fanciulli, lui a ordinare alle messi di
            crescere e maturare entro il cuore immortale che vuol
            sempre fiorire.

            Quando, simile a un poeta, scende nelle città, nobilita le
            cose più vili e s'introduce da re senza rumore, senza paggi,
            entro tutti gli ospedali e tutti i palazzi.
            Charles Baudelaire
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