Poesie di Antonio Fabi

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Scritta da: Antonio Fabi

Fischi il vento, bella. Ciao

Non scorderemo Piazzale Loreto;
e neppure San Sabba e Marzabotto,
e i tanti massacrati di Fragheto.
Non potrà essere arso o corrotto
il Libro atroce della verità.
Aveste in dono la nostra pietà,
che ricambiaste con la recidiva;
è quella pancia ancor gravida e viva.
Così Brecht ammoniva
gli uomini liberati da quel mostro.
Ora il dovere di schiacciarlo è nostro.
Antonio Fabi
Composta lunedì 25 aprile 2005
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    Scritta da: Antonio Fabi
    Hai strangolato i miei aneliti
    con le tue mani affusolate e deboli
    mentre m'illudevo di raggiungere il cielo
    che avevo visto splendere nei tuoi occhi.
    Avevi dato alle mie mani
    alle mie membra sfinite e sudaticce
    al mio desiderio veemente
    una chiave d'oro.
    Ed io pensavo di dominare
    l'universo stesso
    solo contemplando
    te
    simile a dea pagana
    crisoelefantina.
    Ero un pagliaccio
    non mi hai ucciso.
    Peggio così.
    Antonio Fabi
    Composta mercoledì 26 ottobre 2011
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      Scritta da: Antonio Fabi

      Sonetto disanimato policaudato

      Anima sciocca, insapore e melensa,
      resta lontana dai miei territori,
      che si governano senza censori,
      senza la lagna tua, viscida e densa.

      Con altri làgnati rei peccatori,
      e di costoro frequenta la mensa;
      và dalla gente che tanto ti incensa,
      và ad esaltare patetici amori.

      Tu mi tormenti anche a mezzo di terzi:
      "Se non hai l'anima la vita è brulla;
      son privi d'anima questi tuoi scherzi".

      L'animo mio, eppur, si trastulla,
      benché io l'anima sempre la sferzi,
      ch'è laida vecchia, non pura fanciulla.

      "Ma così sei il nulla!",
      esclama qualche amico spaventato.
      Uff! Comprerò un bel bastone animato;

      così il Commissariato
      attesterà, con l'autorizzazione,
      che un'anima possiedo nel bastone.
      Antonio Fabi
      Composta domenica 26 aprile 2009
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        Scritta da: Antonio Fabi

        Grandezza di una dinastia

        Il grande imperatore Vespasiano
        è noto che fu sempre molto attento
        ad ogni forma di risanamento
        nell'edilizia e nell'arredo urbano.

        Un piccolo grazioso monumento,
        da tempo atteso dal consesso umano,
        tanto dal ricco quanto dal villano,
        fu il simbolo di tal rinnovamento.

        È più famoso questo o il Colosseo?
        È più importante dell'Arco di Tito?
        Dipende dalle circostanze, Leo.

        Se, per esempio, dopo un bel convito,
        rincasando ti preme il troppo lieo,
        il vespasiano è certo preferito.

        E, quando avrai finito,
        libero e vuoto dirai, come gli avi,
        "Quanto furono saggi questi Flavi!".
        Antonio Fabi
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          Scritta da: Antonio Fabi

          Maestoso (ottava pluricaudata)

          Se tu sei vento io sarò bufera;
          se sarai pioggia io sarò torrente;
          se sarai notte sarò la tua sera;
          se giorno io sarò sole nascente.
          Se sarai Laura, sarò Petrarca,
          se sarai Tanathos, sarò la Parca.
          E, se tu accetti la mia devozione,
          sei e sarai la mia resurrezione.
          Pur tuttavia, attenzione:
          se tu dovessi essere Eloisa,
          senza con ciò, mancarti di riguardo,
          rifiuterei in maniera decisa
          di rivestire il ruolo di Abelardo.
          Antonio Fabi
          Composta domenica 31 agosto 2008
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            Scritta da: Antonio Fabi

            Madrigale

            Gotici campanili blu svettanti,
            che da lontano vede il pellegrino;
            e sculture aggettanti,
            che adornano il diabolico e il divino;
            bellezza astratta, come austera fuga
            di note sfavillanti.
            La fronte, sofferente, si corruga
            volendo cogliere ogni sensazione
            con lucida ragione.
            Il fragile papiro ora si asciuga,
            ed al contempo si secca l'inchiostro.
            Ė una mia decisione:
            voglio guardare il mirabile mostro,
            che mi soggioga e stretto m'incatena,
            con la forza di un rostro,
            alla scogliera, esiziale sirena.
            Antonio Fabi
            Composta giovedì 30 novembre 2006
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              Scritta da: Antonio Fabi

              Parafrasi satellitare

              "Guarda che luna...", canta Buscaglione;
              ma non vedeva te, né mai ti vide.
              Per questo, io riprendo la canzone
              ti guardo e tutto intorno mi sorride.
              Un regno donerei alla nazione;
              e quanto col potere coincide,
              pur di farti per sempre mia regina;
              anche se non c'è luna senza spina.
              Antonio Fabi
              Composta giovedì 31 marzo 2005
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