Le migliori poesie di Andrea Spartà

Scrittore, nato venerdì 18 novembre 1988 a Patti (ME) (Italia)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi, in Racconti e in Frasi per ogni occasione.

Scritta da: Andrea Spartà
Odio.
Odio represso.
Odio esplosivo.

Odio. Odio. Odio.
Odio tante cose.
Ma soprattutto odio tante persone...

Lo so, odiare non è bello...
ma in certi casi non se ne può proprio fare a meno...
Quando odiare diventa quasi il tuo ultimo motivo di vita
allora sappi che non vivrai ancora a lungo...
Per fortuna non sono a quel punto
e mai ci arriverò
eppure in questo momento odio...
odio da morire...
Forse in verità ho sempre odiato...
ma adesso, no, non posso più tenerlo a bada...
devo gridarlo, il mio odio...

Chi mi conosce anche solo di striscio sa bene cosa odio...
Chi mi vuol bene veramente sa che non deve fare ciò che odio...
Chi sa e fa finta di non sapere... non ha capito nulla di me...

Odio... odio in tanti modi diversi...
ma l'odio su cui sono concentrato in questo momento...
è l'odio verso chi beve...
odio l'alcool...
lo odio con tutto me stesso...
mi da fastidio persino il suo nome...
ne sento l'odore anche a distanza...
il suo unico pregio è basta una scintilla per farlo diventare fuoco...
Quanto amo il fuoco... brucia... brucia e purifica...

Odio... ho odiato e odierò...
non è una mia colpa... ma è di ciò che vedo...
Sono dentro ad un mondo in cui i ragazzi sono completamente allo sbando...
sempre di più... sempre più giovani... sempre di più...
ma io non ne posso più!
Non ne posso più di vedere questi stupidi bambini rovinarsi la vita!
Non ne posso più di odiare restando in silenzio...

Non sono nessuno... non posso obbligare nessuno...
non posso nemmeno cancellare l'alcool da questo mondo marcio...
e allora cosa posso fare?
Nulla...
posso solo guardare...
guardare gli altri che si rovinano la vita per... per...
per cosa?

Da sempre faccio della "comprensione" un mio pregio...
sono molto flessibile con la mente...
cerco sempre di non giudicare sul mio punto di vista...
e se lo faccio, lo faccio solo con i miei amici più stretti e solo per ridere.
E allora ok... l'alcool posso anche capirlo...

Posso "capire" chi ha appena subito un brutto colpo...
l'amore della tua vita va a puttane... il lavoro/scuola fa schifo...
hai perso una persona cara... sei sul lastrico...
e vuoi solo affogare il tuo dolore nell'alcool...
sai già che non cambierà nulla, ma per quelle poche ore vuoi dimenticare...
dimenticare tutto...
E allora ok! Posso "capirlo"... posso "comprenderlo"...
resto profondamente contrario... ma come posso non perdonare?

Posso "capire" chi ha passato un'intera vita in solitudine...
e si presentano quelle serate di festa in cui sono tutti fuori...
tutti con gli amici... tutti con le ragazze... e poi...
tutti a ballare... discoteche... musica... luci...
e vuoi lasciarti andare, vuoi divertirti, vuoi accelerare la tua vita,
l'alcool ti aiuta... toglie i freni inibitori e via,
sfrecci sul folle divertimento,
anche se spesso non si tiene il controllo... e si va fuori strada...
lo sai e te ne freghi... perché sei convinto di non aver niente da perdere...
E allora ok! Posso "capirlo"... posso "comprenderlo"...
resto profondamente contrario... ma come posso non perdonare?

Non posso "capire" chi della vita non ha ancora visto un cazzo...
e già se né stancato e butta tutto sulla piccola parte che conosce...
Ci sono feste e "festività"... e nelle seconde non si può esagerare...
l'alcool non può essere l'unico modo per divertirsi...
l'alcool non può prender posto ad ogni evento...
l'alcool non può esser usato in modo sproporzionato e stupido!
Ci si vuole divertire, è chiaro.
Si esce con gli amici e si sta in compagnia, è chiaro.
Si vogliono provare forti emozioni, è chiaro.
Ma ci sono cose che non mi sono chiare... per niente...
Dov'è il divertimento quando il giorno dopo non ti ricordi più niente?
Sono contenti gli amici che, al posto di divertirsi, devono preoccuparsi...
devono starti accanto... devono aiutarti a vomitare...
devono rinunciare al divertimento di quella giornata di festa rovinata?
(Quei pochi amici che lo fanno davvero... e se avete, ritenetevi fortunati)
Ti serviranno le forti emozioni mentre sei su di un'autoambulanza?
E allora no! Non posso "capirlo"... non posso "comprenderlo"...
resto fottutamente adirato... e perdonare diventa difficile...

E allora odio, guardo il mondo e continuo ad odiare,
ma il mio è un odio stupido, fottutamente stupido...
perché è un odio che fa male a me mentre sugli altri scivola via...
Mi fa male, malissimo...
perché mi sento inutile...
perché mi rendo conto che posso scrivere quanti libri voglio...
risaltando tutte le negatività dell'alcool...
perché posso dare tutti i consigli di questo mondo...
risaltando i pericoli che esso comporta...
ma sulla stupidità umana...
tutte queste parole non hanno effetto...
e allora...
che le scrivo a fare?
Andrea Spartà
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    Scritta da: Andrea Spartà
    Ci sono alcuni momenti nella vita in cui senti il bisogno di fermarti un

    istante, uno solo, a riflettere.
    Poi ti volti e guardi dietro di te...
    per quel lentissimo istante che dura un'eternità ti senti felice...
    felice perché rivedi un sacco di cose stupende che sono successe...
    felice perché ti rendi conto che hai fatto un sacco di cose importanti...
    felice perché sai che sei rimasto davvero nel cuore di qualcuno...

    E poi, lì accanto, in un angolino, vedi tutte le cose terribili e cattive che

    hai fatto...
    tutte lì a ridacchiare tra di loro...
    ma per quell'interminabile istante che stai vivendo loro non contano nulla...
    non ti sfiorano neanche... perché sai che meriti di godertelo appieno quel

    momento...

    Ma come tutte le cose belle, anche quell'istante finisce...
    ti volti nuovamente e continui a camminare...
    ma difficilmente quel sorriso se ne andrà dalle labbra della tua anima...
    perché capisci che qualsiasi cosa ti riservi il futuro...
    non riuscirà a farti dimenticare quella parte stupenda del tuo passato...

    Adesso so già che sto andando incontro ad un punto importantissimo per la mia

    vita...
    forse sarà il più importante... chissà...
    forse sarà l'inizio di tutto...
    o forse ancora sarà la fine di un sogno illusorio...
    non lo so e in questo momento non m'importa...
    perché? Perché la mia anima ancora sorride... sorride dopo quell'istante

    appena trascorso...
    e allora procedo senza timore... perché so che qualunque cosa accadrà...
    non riuscirà a togliermi il sorriso...
    Andrea Spartà
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      Scritta da: Andrea Spartà
      Come dover stare?
      A cosa dover credere?
      Dove dover volgere lo sguardo?
      Alle parole di mio padre?
      Al silenzio di mia madre?
      Alle lacrime di mia sorella?
      E mi dicono che è tutto falso... mi dicono che non c'è ancora niente...
      eppure gli altri già sanno...
      eppure gli altri già ne parlano...
      eppure gli altri già mi guardano...
      e io, che mi son sempre fatto vanto di capire le persone dai loro sguardi...
      avrò paura di cercarli...
      e soprattutto avrò paura di vedere cosa c'è dentro.

      È impossibile. È irrealizzabile. È inconcepibile.
      Non può essere davvero così. Non può esserlo.
      Come si può distruggere qualcuno in questo modo?
      Hanno tolto la pena di morte perché troppo terribile...
      e questo credete sia tanto meglio?
      Mi dicono che "loro" vogliono proprio questo...
      creare sconforto... creare disunione...
      e io non dovrei... non dovrei cadere così...
      eppure non posso farci niente...

      Il dubbio è una cosa tremenda. Il mondo è una cosa tremenda.
      Il dubbio ti corrode l'anima... ti fa vedere cose che forse non esistono...
      ma forse si... eccolo, il dubbio.
      Il mondo ti corrode il cuore... ti fa vedere che i dubbi degli altri...
      presto o tardi...
      si realizzano nella loro forma peggiore...
      e allora pensi... in cosa loro sono diversi da me?
      Dubitare... dubitare è una cosa orribile...
      è qualcosa che corrode, che non ti lascia scampo...
      è qualcosa che ti distrugge...
      è come il buio.
      Non sai mai quando arriva...
      ma quando succede... è finito tutto...
      t'inghiotte, senza via di fuga...
      ti distrugge, ti annienta, ti annichilisce.

      Sono i momenti come questi che ti fanno capire tante cose...
      e a me un momento simile non era mai capitato... mai...
      e adesso che si è presentato... avrei davvero preferito non sapere mai nulla.
      Ma ormai è tardi, anzi, tardi lo è sempre stato...
      che posso fare io? Io?
      Solo in questi momenti capisci quanto sia fottutamente volubile la vita.
      Solo in questi momenti capisci quanto tutto ciò che fino a un attimo fa
      per te erano gli scopi della tua vita...
      un istante dopo diventino cenere in un tornado di dubbi e disperazione.
      Solo in questi momenti capisci che davvero in questo mondo,
      per quanto potrai fare, per quando potrai dire, per quanto potrai scrivere...
      non conoscerai mai nessuno fino in fondo.
      Nemmeno te stesso.

      Non ci riesco. Non riesco ancora a crederci.
      Vorrei che qualcuno mi svegliasse.
      Anche sparandomi, ma mi svegliasse.
      Vorrei capire cosa si aspettano ora tutti da me!
      Vorrei capire cosa dovrei fare adesso io!
      Vorrei capire perché adesso sono qui... a quale scopo?
      Su questo punto di vista ero sempre stato felice.
      Sentivo ragazzi parlare di cosa avrebbero fatto dopo le superiori.
      Li sentivo dannarsi per non sapere cosa fare del loro futuro.
      Poi guardavo me, guardavo le mie mani, guardavo quello che sapevo fare...
      ed ero felice. Felice. Perché io sapevo cosa fare domani.
      Quando rialzavo gli occhi vedevo quei ragazzi avvicinarsi a me...
      mi mettevano una mano su una spalla e mi invidiavano...
      non potrò dimenticarle mai quelle parole...
      "Beato tu che hai già un futuro... come ti invidio..."
      Vorrei riaverli qui quei ragazzi... per dire loro
      "... volete il mio futuro? Ve lo regalo..."
      perché per me, in questo momento, non ha più senso.
      E non potete capire, non potete immaginare, quando sia dura per me dire così.
      Ho sempre avuto la certezza in vita mia che mai niente e nessuno
      avrebbe potuto distruggere i miei sogni.
      Il mio sogno.
      Eppure si cresce. Si cresce in questo mondo maledetto.
      E i sogni, davanti a certi problemi, diventano meno di caccole.
      Diventano cose stupide, cose superflue, cose infantili.
      Cose buone solo per tener calmi i bambini piccoli...
      per far credere loro che il mondo può esaudirli, i sogni...
      ma la fregatura è... per quanto tempo?

      Ora non ho più niente in cui credere.
      Non ho più niente.
      Ho sempre amato scrivere, dicono tutti che sia una cosa che so fare bene.
      Eppure scrivere a che serve in questo momento?
      Serve a me per sfogare qualcosa che non riuscirò ugualmente a sfogare?
      Serve agli altri per poter dire "ah, lui ha scritto un libro!"?
      No.
      In certi momenti saper scrivere non serve proprio a un cazzo.
      E mi faccio schifo da solo per quanto sono inutile.
      Mi faccio schifo per come non riesca a reagire in alcun modo.
      Mi sono reso conto che non ho il coraggio di affrontare la vera vita
      ed è forse per questo che mi trovo tanto bene nei miei mondi dei libri...
      Mi sono reso conto che quando bisogna alzare la testa
      io mi tiro indietro... non ce la faccio... non ce la faccio...

      Cosa volete da me? Cosa devo fare?
      Domani sarà terribile.
      Dovrei studiare a scuola per un'interrogazione.
      Dovrei avere la seconda lezione di guida per la patente.
      Dovrei andare a giocare a calcetto con i miei amici.
      Ma se il mio sogno più grande, quello che mi ha sorretto sempre...
      sempre!
      Non ha più senso dinanzi a questo momento...
      che senso possono mai avere queste cose ancor più frivole?
      Che senso può mai avere la scuola?
      Che senso può mai avere la patente?
      Che senso può mai avere lo sport?
      Che senso può mai avere la vita... se minacciano di portartela via?

      Vedo volti sorridenti. Vedo persone tranquille. Vedo battute e scherzi.
      Vedo le cose che vedo tutti i giorni e che mi son sempre sembrate normali...
      ma le vedo diverse... le vedo lontane... le vedo non mie.
      E non riesco a dire "domani ce la farò, supererò anche questo"
      per la prima volta, non riesco a dirlo.
      Perché quando ti colpiscono davvero nel profondo...
      non c'è anima...
      non c'è cuore...
      non c'è amore...
      non c'è amicizia...
      non c'è verità...
      non c'è vita che tenga.
      C'è solo dolore. Dubbio e dolore.

      Ciò che mi consola è la tecnologia.
      Grazie ad esso questo mio pensiero ancora resiste, perché battuto su un pc.
      Se avessi avuto a disposizione solo carta e penna...
      adesso le parole non si distinguerebbero più in quanto sbiadite in tanti
      piccoli
      infiniti
      gorghi di lacrime.
      E invece no. Grazie tecnologia.
      È solo grazie a te che ora tutti hanno l'ennesima prova che le mie parole
      in certi momenti
      non servono proprio a un cazzo.
      E resteranno inutili, come me, come tutto, perdute nell'inifinità umana...
      senza un senso... senza uno scopo.
      Inutili. Come me. Come questo pensiero. Come tutto.

      Adesso la mia mente vaga solo in una direzione: la peggiore di tutte.
      È inevitabile pensare al peggio quando sei in situazioni come questa.
      E per uno come me, che di fantasia ne ha a non finire...
      ritrovarsi a pensare cose brutte è una cosa terribile.
      Perché mi immagino l'evolversi della vicenda nel modo peggiore possibile...
      immagino le conseguenze, e quello che potrebbe accadere.
      Immagino perdite, dolore, lacrime, grida, solitudine... morte.
      Immagino tutto e vorrei morire, subito, solo per non rischiare di vedere
      ciò che potrebbe succedere.
      È assurdo, lo so. E se io avessi letto una cosa del genere...
      scritta da una qualsiasi altra persona...
      sicuramente l'avrei contrastato, e con tante belle parole, avrei tentato
      in tutti i modi, di fargli capire che sbagliava, sbagliava tutto.
      E nonostante io sappia tutto ciò... non so nulla.
      Come farò ad alzarmi domani?
      Come farò a fare tutto ciò che un semplice ragazzo di 18 anni fa?
      Come farò a vivere come ho sempre fatto con un simile peso sulla schiena?
      Come farò a guardare negli occhi qualcuno... sapendo che potrebbe benissimo
      mentirmi...?

      No. Non esiste soluzione.
      E adesso basta, quest'inutile pensiero è durato fin troppo.
      Non so quello che farò. Non so cosa si aspettino gli altri da me.
      So solo due cose, mie, personali.
      La prima è che io spero.
      Io spero.
      Spero che alla fine si risolva tutto davvero, così come tutti mi dicono...
      ma come credere alle loro parole? Io direi la stessa cosa al posto loro...
      La seconda è che, per quanto mai l'ho desiderato davvero e mai lo desidererò,
      vorrei morire...
      perché se non ci fosse niente dopo la morte, così starei in pace per sempre...
      resterei nell'oblio del nulla per l'eternità, senza pensieri, senza niente...
      di me...
      e se invece ci fosse qualcosa, dopo la morte, allora finalmente saprò...
      Vorrei morire per poter finalmente sapere tutto.
      Tutto.
      Andrea Spartà
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        Scritta da: Andrea Spartà
        Ci sono delle sere sole,
        ci sono delle sere morte,
        ci sono delle sere buie,
        ma soprattutto,
        ci sono delle sere tristi,
        tristi senza perché...

        Sguardo perso nel vuoto,
        musica triste nelle orecchie,
        parole di amori perduti nella testa,
        gusto amaro in bocca,
        niente sotto i polpastrelli delle mani,
        e tristezza ad avvolgere il tutto,
        tristezza senza perché...

        Mi sono davvero reso conto che non si può guardare avanti,
        se prima non si ha esaminato per bene tutto quello che ci lascia alle spalle,
        Tutti dicono, tutti parlano,
        "La vita è fatta di strade..."
        ma la strada giusta da percorrere qual è?
        "Se son rose fioriranno..."
        e se col tempo dovessero appassire?
        "L'uccellino nella gabbia o canta per invidia o canta per rabbia..."
        e se invece non canta più?

        La vita è fatta di strade, è vero,
        ma il problema sono gli incroci,
        quelli pericolosi, dove se esiti anche solo un attimo,
        resti fregato, distrutto, ucciso,
        ma la cosa più brutta degli incroci è che una volta imboccata una strada,
        non puoi fare subito l'inversione a "U" e tornare indietro...
        ma devi continuare ad andare avanti guardando nello specchietto l'altra strada...
        probabilmente non saprai mai dove ti avrebbe portato,
        o forse la curiosità ti farà fare la pazzia e, sgommando bruscamente, tornerai indietro.

        Mi sto lentamente convincendo che l'essere umano non sarà mai davvero felice,
        anche quando tutto sembra andare per il verso giusto,
        c'è sempre un qualcosa che ti rattrista,
        un qualcosa che ti attira da un'altra parte,
        un qualcosa che ti chiama, che ti chiede di mollare tutto e tornare indietro,
        da un lato vorresti farlo, sì... ritentare lì dove hai fallito,
        correggere quel maledetto errore che hai fatto quando eri troppo stupido,
        da l'altro lato invece hai paura, paura di sbagliare ancora,
        paura di rischiare, rischiare tutto in una vita che non ti da nessuna certezza,
        se non quella che, presto o tardi, sbaglierai di nuovo,
        in ogni caso...
        comunque...
        qualunque cosa tu faccia,
        è inevitabile,
        inevitabile,
        sbaglierai...
        e ti sentirai ancora una volta triste,
        triste senza perché.

        Avanza, avanza lentamente la tristezza,
        ti prende quando meno te l'aspetti e ti risucchia dentro di lei,
        è inutile cercare di reagire,
        ma la cosa positiva è che in essa non sei solo,
        ci sono tante persone che, come te, sono enormemente tristi,
        tuttavia se provi a parlarci, non ti rispondono,
        ti chiedi il perché e ti rispondi da solo,
        sono tristi per te, per colpa tua,
        tenti disperatamente di giustificarti,
        ma stai cercando di convincere loro o te stesso?

        Il 70% delle azioni della nostra vita è costituita da errori,
        ma questo solo nelle persone più sagge e fortunate...
        nello standard la percentuale di alza di parecchio.
        Il 95% degli errori che commettiamo fa soffrire terribilmente qualcuno,
        nell'85% dei casi a soffrire è qualcuno che ci ama o per cui siamo speciali,
        al 45% quel qualcuno ci odierà,
        il 30% delle volte si riesce a rimediare all'errore in questione,
        ma solo nel 15% delle volte si viene davvero perdonati.

        Ma nonostante le tante strade,
        nonostante gli inevitabili errori,
        nonostante le statistiche,
        nonostante tutto,
        in fin dei conti l'unica cosa di cui davvero bisogna convincersi,
        è che, qualsiasi cosa accada, hai lasciato un qualcosa in qualcuno,
        bella o brutta, non importa,
        sarà compito di quel qualcuno utilizzarla nel migliore dei modi,
        e ricordati di fare la stessa cosa anche tu, quando qualcuno ti farà soffrire...

        Perché per quanto tu possa essere triste senza perché...
        c'è sempre qualcuno triste per la tua tristezza,
        e se hai il coraggio,
        torna indietro,
        e prendi un'altra strada,
        anche se farai nuovamente soffrire qualcuno...

        Perché l'amore è dolore,
        Perché le scelte sono difficili,
        Perché la vita è sofferenza,
        Perché le persone portano tristezza,
        tristezza, senza perché.
        Andrea Spartà
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          Scritta da: Andrea Spartà

          Tempo

          Ci sono persone che ne hanno in abbondanza...
          e altre che non ne hanno per niente...
          ci sono persone che lo sprecano...
          e altre che lo tengono così stretto da perderlo ugualmente...
          ci sono persone che lo ritengono troppo...
          e altre che sono convinte sia troppo poco...
          ci sono persone che lo guardano passare...
          e altre che tentano in tutti i modi di viverlo...
          ci sono persone per le quali è relativo...
          e altre che non hanno altro motivo di vivere se non per lui...

          Ma il tempo scorre... scorre e va...
          e non c'è niente che scorre senza mai devastare...
          siano sentimenti, ricordi, emozioni o quant'altro...
          il tempo corrode... il tempo corrompe... il tempo corre...
          E come possiamo noi restare qui senza far niente?
          Tutto sarebbe meglio di ciò...
          eppure non possiamo far altro che adeguarci...
          continuando a sentirlo scorrere tra le nostre vite...
          continuando a sentire che ci porta continuamente via qualcosa...
          o peggio... qualcuno...

          Eppure il tempo non è solo negativo...
          come ogni cosa in questo mondo, ha anche un lato positivo...
          ti aiuta a capire...
          capire chi e cosa è davvero importante per te...
          capire dove e quando hai davvero sbagliato...
          capire se e perché hai fatto o meno quel che ora rimpiangi...

          Il tempo porta le persone a dimenticare...
          perché in esso si perdono tutti i nostri sentimenti...
          ma non per questo il tempo è crudele... anzi...
          lui è giocoso... ti propone una sfida e mette un premio in palio...
          Se riesci a passare attraverso di lui per molto...
          per poi fermarti... guardarti indietro...
          e fissare negli occhi chi ti è vicino ma allo stesso tempo lontano...
          per poi ricordare... ricordare tutto ciò che nel tempo avevi perso...
          allora avrai vinto la sfida...
          e il tempo ti restituirà tutte quelle emozioni che in lui avevi lasciato...
          Qual è il premio?
          Guarda quelle emozioni...
          ora sono dieci volte più forti e resistenti di prima...
          ora sei sicuro che non si spezzeranno tanto facilmente...
          ora hai vinto contro il tempo...

          Esiste un tempo per tutto e per tutti...
          c'è un tempo per amare...
          c'è un tempo per perdonare...
          c'è un tempo per vivere...
          c'è un tempo per morire...
          c'è un tempo per rilassarsi...
          c'è un tempo per insistere...
          c'è un tempo per agire...
          c'è un tempo per rischiare...
          c'è un tempo per perdere...
          c'è un tempo per essere felici...
          e infine...
          c'è un tempo per capire che se è passato tanto tempo...
          forse ne è valsa la pena...
          e rischiando... continuerai un sogno le cui emozioni passate...
          nello stesso tempo si sono perse...

          Il tempo... è destinato a chi lo sa vivere...
          Io ci sto provando...
          Andrea Spartà
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            Scritta da: Andrea Spartà

            Il Silenzio del Mondo

            Stamattina c'era un ragazzo...
            portava uno zainetto sulla spalla destra...
            una piccola valigia nella mano sinistra...
            lettore mp3 in tasca e cuffie nelle orecchie...
            Camminava, quel ragazzo... camminava...
            ed urlava, quel ragazzo... urlava...
            urlava ma nessuno poteva sentirlo... nessuno ci riusciva...
            ed anche il mondo gli urlava contro... ma non lo sentiva...
            solo la musica nella sua mente, nel suo cuore... solo la musica...
            Le strade intorno a lui urlavano... la gente urlava...
            il mondo stesso, con il suo silenzio, gli urlava contro...
            ma quel ragazzo, no, non sentiva...

            Salì sul pullman e partì, quel ragazzo...
            le cuffie non abbandonarono le sue orecchie...
            la musica non abbandonò il suo cuore...
            i pensieri non abbandonarono la sua testa...
            Testa poggiata sul finestrino, qualche goccia che scivola lenta...
            campi, case, amplessi vari che scorrono veloci...
            e musica... tanta musica che urla dentro... sussurandoti le parole migliori!
            Persone mute intorno a quel ragazzo... persone mute...

            Non trovò il suo posto, quel ragazzo, in quel viaggio...
            quel viaggio che qualcuno chiama in un modo, altri in un altro...
            ed altri ancora dicono semplicemente "vita"...
            Eppure aveva cercato, si era sforzato per bene, aveva urlato...
            e nonostante ciò era rimasto in piedi, fuori...
            spettatore di un gioco terribile che qualcuno chiama in un modo...
            altri in un altro... ed altri ancora dicono semplicemente "vita"...
            e guardava, guardava, guardava... senza poter interagire...
            era lì, tra di loro, eppure non percepiva nessuno...
            era lì, tra di loro, eppure nessuno percepiva la sua presenza...
            Cercò, cercò e cercò ancora... cercò così tanto che alla fine si convinse...
            non era vero che non aveva trovato il suo posto...
            bensì il suo posto stesso non esisteva...
            il suo destino era quello di restare lì, in disparte, solo, a guardare...
            ogni tanto metteva una mano avanti...
            ma quei corpi che si avvicinavano a lui li trapassava...
            le urla che gli squarciavano il petto erano muti...
            i suoi sguardi morivano nel nulla...

            Salì sul pullman e partì, quel ragazzo...
            stava tornando indietro, o forse solo più avanti...
            l'importante, in fondo, era andare...
            cuffie nelle orecchie, sempre e comunque, e urla... tante urla...
            Ed eccolo di nuovo a casa...
            zainetto sulla spalla destra... piccola valigia nella mano sinistra...
            lettore mp3 in tasca e cuffie nelle orecchie...
            Non poteva sentire la voce delle persone chiamarlo...
            non poteva sentire la voce del mondo...
            non poteva senire...
            nulla...
            tranne che se stesso...
            tranne che la sua voce...
            tranne che il suo canto...
            e le sue parole, risuonavano in lui e nelle sue orecchie...
            Era lì. Sarebbe rimasto. Sarebbe tornato senza esser mai davvero partito.
            E urlava.
            Ma nessuno poteva sentirlo...
            Andrea Spartà
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