So cosa significa voler morire e che sorridere fa male. E che ci provi ad inserirti ma non ci riesci. Che fai del male al tuo corpo per cercare di distruggere la cosa che hai dentro.

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    “Sos … sos”, commento veramente apprezzabile sul film RAGAZZE INTERROTTE, è di Arianna Messana,studentessa della classe II D del Liceo Classico "Ruggero Settimo" di Caltanissetta . Complimenti alla ragazza. Matilde Perriera
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    “SOS … SOS”, di Arianna Messana. Il cammino, il disagio, le paure, il dolore, l’incapacità di trovare un modo per esternare tutto il cattivo che gli altri vedono in lei … E’ questo il nucleo di “Ragazze Interrotte”, il film in cui Winona Ryder e Angelina Jolie riescono a penetrare nell’universo della protagonista. Susanna Kaisen, con il suo diario, chiede semplicemente di essere ascoltata, amata, rispettata per quella che è veramente e non un esperimento da manicomio. Il confine tra follia e normalità, fra prigione e ospedale, fra amicizia e rivalità, tra fiducia e sicurezza è un continuo ritornello nella mente di Winona. La ragazza, stanca di vivere il pessimo rapporto con i genitori, dominata dall’insicurezza, sempre alla ricerca della propria identità come tutti gli adolescenti, si crea un universo mentale e scivola in un universo parallelo. Dopo un tentato suicidio e il malore a una festa di famiglia, un medico sconosciuto le diagnostica la sindrome di Borderline e la fa ricoverare al McLean, catapultandola in un mondo in cui l’unico modo per rimanere sani è diventare un po’ pazzi. Susanna Kaisen sarà costretta a trascorrere diciannove mesi in clinica, in compagnia di altre pazienti fra cui Lisa, la fantastica Angelina Jolie, miglior attrice non protagonista nelle vesti di un’attraente sociopatica. In questa galleria di personaggi, spiccano l’isterica dipendente da lassativi, Daisy, la bugiarda patologica, Georgina, l’anoressica, Jane, Polly … e tutte si distinguono con note di colore che si imprimono nella mente dello spettatore. Commovente la figura di Valerie Owens, attenta infermiera sempre pronta ad aprire uno spiraglio di luce nel cuore delle ragazze e incoraggiarle a non morire tra quelle pareti. Una notte, Lisa e Susanna fuggono e raggiungono Daisy che era stata dimessa. Qui scoprono che Daisy è peggiorata, la psicopatica insulta l’amica e l’accusa di essere compiacente al genitore, ma, al mattino, come conseguenza, la trovano morta. Si era impiccata. Susanna sconvolta torna in ospedale, mentre Lisa prima fugge, poi viene riportata in clinica; scoprendo che l’amica sta per essere dimessa, ha violente reazioni. Susanna esce dal tunnel e, nel 1999, dà lo spunto a James Mangold per trasmettere  un messaggio di grande valore; il libero arbitrio, infatti, può spingere nel buco della disperata follia, ma bisogna lanciare gli sos, nella speranza che chi sta attorno colga queste richieste e infonda fiducia e sicurezza.

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