Scritto da: Silvia Nelli
Siamo persone trascinate nelle vite altrui. Siamo il loro salvagente e la loro ancora di salvezza nel momento del bisogno. Veniamo estirpati dalle nostre abitudini, inondati di sogni e di emozioni, fino ad arrivare a pronunciare quel fatidico: "ci credo"! Vediamo i buchi e i vuoti che ciò che non ha basi solide lascia sempre intravedere, ma li ignoriamo perché quel "ci credo" che abbiamo pronunciato non può essere solo una nostra illusione. Portiamo avanti qualcosa, con estrema forza... lottiamo, ma lo facciamo inconsapevolmente e senza rendercene conto da soli e finiamo per caderci noi stessi in quei buchi, divorati da quei vuoti che adesso non possiamo più ignorare perché li percepiamo attorno, ci sbattiamo contro e li sentiamo dentro. Siamo rimasti in pochi a credere che "amare" sia qualcosa da costruire in due e non una parola da pronunciare in un momento di debolezza e solitudine... per rimangiarcela non appena ci siamo ripresi. Chi resta a pagare tutto questo paga un prezzo troppo alto perché non si può sanare le proprie ferite ferendo a morte gli altri.
Composto martedì 9 agosto 2016

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