Scritto da: Mariella Buscemi
Sono fatta di legno. Io stessa, cassetto: contenuto per contenitore. Sogno, incubo e scheggia smarrita in serie di metonimie. Li ho nascosti, i sogni, perché qualcuno avesse curiosità di scoprirli. Ho messo da parte un colore, due visioni e tre ricordi e li ho ripetuti a memoria come le poesie, ché se la vita mi avesse interrogata, io sarei stata pronta a rispondere. Ma le domande sono state diverse. Ho costruito mensole per tenere le emozioni di poco conto in bella vista, nascondendo d'averne messe altre da parte, nei luoghi più sicuri tra lo sterno e il respiro, ché ad ogni emissione di fiato fuoriuscivano anche le tarme e i sacchettini di lavanda bucati. Sono fatta di legno umido e gonfio. L'inverno muta anche i materiali più resistenti. Sbeccata tra i cardini sotto l'olocausto dei nervi. Chiusa ad aria compressa. Dentro, solo il nero, ma i sogni candidissimi. Ogni tanto, qualcuno ha aperto e io mi son versata un po', liquida, inconsistente, a perdere dosi massicce di attese. Così sono io: anemica d'illusioni, in trasfusione di desideri. Sono fatta di fuoco e sottili lamelle d'amianto. Mi appicco incendio da dentro, tra gli umori di tiglio e le vene di delicato larice. Fuori, la pelle dura come l'olmo. La malìa di chi vuole mantenermi intatti i sogni, non realizzandoli.

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