Scritto da: Lina Viglione
La malinconia possiamo scacciarla così come e quando abbiamo cominciato ad accettarla. Se noi imparassimo a trattarla come un ospite, questa malinconia prima o poi, dovrà per forza andar via da noi. Non è vero che lei ci abbia fatto visita, se noi che non vogliamo reagire, quasi a renderci vittima di questa specie di tristezza. Noi siamo convinti che se ci affacciamo alla finestra, uscendo con un amica etc etc, tutto ciò che vediamo e osserviamo, non ci riguarda per nulla. Siamo noi che non vogliamo adattarti agli avvenimenti esterni che possono crearci problemi o dispiaceri. La malinconia è una sorta di tristezza di fondo, a volte inconsapevole, che a volte ci fa vivere passivamente, non adattandoci agli avvenimenti esterni, con la convinzione che nulla ci riguarda o che in essi non possiamo averci un ruolo determinante. I motivi per cui accettiamo la visita di questa malinconia o tristezza, noi li conosciamo molto bene, li abbiamo depositati in fondo al nostro animo e ogni tanto li richiamiamo e li facciamo emergere, un segno di vittimismo consolatorio. Per un problema qualsiasi che non ci sprona ad andare a galoppare verso qualcosa che non possiamo ottenere o conquistare. Invece di presentarci al mondo con il viso smorto, sofferente, cominciamo a colorarlo con tanti sorrisi, cominciamo a reagire svagandoci, se ci chiudiamo in casa, non avremo nessuna occasione che possa renderci felici. Staremo sempre a ricevere le visite della tristezza. Non permettere che succeda, siamo noi il controllore dei nostri stati d'animo, e cominciamo ad agire, la tristezza poi passa. Come dicevano i greci: noi non siamo in un periodo di lutto.
Composto sabato 1 gennaio 2000

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