Ho letto con non poco dispiacere la storia di una ragazzina stuprata da un Magrebino, la quale, oltre al peso indicibile della violenza, ha dovuto subire un'altra umiliazione da parte di un Padre spirituale che incautamente ha espresso un pensiero personale sul noto social fb. Il commento del Parroco è stato un grido di condanna nei confronti della fanciulla, già provata ed affranta dalla triste realtà che piomba improvvisa sull'anima acerba, vogliosa di tuffarsi nel mondo adulto ed impuro, ma troppo piccola per evitare i pericoli o gli esempi negativi imposti dalla società. Non voglio suscitar polemiche, né puntare il dito contro chi non conosco se non per un aspetto del tutto casuale (in serata ho appreso di questa notizia), però vorrei contestare al Padre l'espressione di sdegno proferita in un momento di poca lucidità mentale; espressione scatenata da rabbia, credo. A mio avviso, non sta bene far pesare alla ragazzina ciò che lei comunque non avrebbe mai voluto subire. Sono cose che capitano. L'errore accomuna tutti, capita di inciampare, di cadere; ma tu, cosa fai? Invece di capire, di captare il dolore evidente di questa adolescente, inveisci contro con foga ed un "pizzico" di aridità? Lei, caro padre, non ha commesso errori nella sua esistenza, sconosciuta ai più? Non fu gesù a dire: "chi è senza peccato, scagli la prima pietra"? Si, fu proprio lui! Ah, caro amico! Se solo la sua coscienza potesse parlare, lei sarebbe sommerso da massi e massoni, altro che pietre ih ih ih;) l'errore fortifica il cuore. La sofferenza che segue allo stesso, conferisce il giusto peso alle "cose" dell'esistenza irrobustendo l'anima. Le sue parole non fanno altro che mortificare o, magari, annientare una "bambina". Serve l'esempio positivo per evitare determinate situazioni. Il guaio è che l'esempio risulta essere spesse volte negativo in una società dedita alla esteriorità, alla frenesia, al guadagno sfrenato, alla voglia di apparire per ciò che non si è realmente. Diamo ai giovani esempi di fede, di amore, di virtù e di valore; non fermiamoci all'apparenza esteriore! Cerchiamo di considerare l'interiorità di questi nostri figli così spaesati, così confusi e tecnologizzati, che ci inviano messaggi in silenzio, senza fare rumore; perché chiusi sempre più nel loro mondo fatto di disagio e di dolore. Dialoghiamo coi nostri pargoli e possibilmente diamo loro esempi positivi. Parlare meno... fare di più.
Composto sabato 11 novembre 2017

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