Commenti a Vincitori del "VIIº concorso letterario internazionale di PensieriParole"


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Sir Jo
ho capito mi è stato bloccato il commento per aver scritto anche h t t p : /

lo tolgo e spero vada bene
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Non ho detto infatti che non sia buona: 6,5 è un voto sopra la sufficienza. Ho detto però che ve ne era almeno un'altra che le era preferibile; e vorrei tanto che la giuria motivasse la sua scelta. Io ho motivato i miei voti.
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a me la poesia vincitrice sembra buona.
vi è una certa ricerca della poetica ma il risultato è sopra la media.
anche l'aforisma è buono anche se credo avrebbe bisogno di maggiore sintesi.
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Quanto alla poesia vincitrice del concorso, scrive Saverio Ferrara: "rileggendola più volte, ho scoperto tra le rime qualcosa di profondo che può sfuggire ad una prima lettura frettolosa.”   
    Ebbene…? Ti fermi qui?? Puoi dire anche a noi cosa hai scoperto??
    Vedi, Saverio, credo che né io né altri siamo soliti darci a letture frettolose. Ciò, quanto a me, è dimostrato dalla circostanza che su questa poesia, e su molte altre, ho scritto un commento che è lungo almeno quanto la poesia stessa...
     E tu vuoi cavartela con due righe??? Anzi, con la sola magica parola “profondo”..? : )))))
     Spiega dunque il "qualcosa di profondo". Pendiamo tutti dalle tue labbra.
     Frattanto, anche al fine di fornirti un termine di confronto, copio e incollo qui di seguito il mio commento di cui ti parlavo. Me ne ero astenuto in precedenza, ma di fronte a un rilievo di "frettolosità" non posso esimermi dal porlo in evidenza. E pongo in evidenza anche il commento da me fatto alla poesia "La cruna dell'ago", di cui tra l'altro neanche so chi sia l'autore.
     Qualcosa di analogo mi attendo da te, che parli di “qualcosa di profondo”, e molto di più mi attendevo, e mi attendo ancora, dalla "giuria di qualità". Io ho dichiarato e motivato il mio voto di umile giurato popolare... Gentilmente, chi non è d'accordo, e soprattutto chi era chiamato a scegliere la poesia vincitrice, motivi il suo.

L'AMORE TRA I SILENZI
    Nessun rilievo di ordine formale: perfetto l’uso della lingua italiana, concise e  taglienti le immagini, disposte anche con una certa intelligenza per renderne ritmico (ma non troppo) il susseguirsi.
    Tuttavia non mi convince del tutto.
    Rileggendola attentamente, si nota un che di costruito, come si trattasse di un puzzle di aforismi pensati l’uno separatamente dall’altro perché risultino tutti di effetto; “sparati” tutti a mitraglia sì,  ma privi di un’anima che li tenga insieme in un significato unitario di ordine superiore.
    E mi tornano alla mente le parole di una canzone cantata da Gianna Nannini: “questo amore è una camera a gas, un palazzo che brucia in città, una lama sottile, una scena al rallentatore, una bomba all’hotel, una finta sul ring, una fiamma che esplode nel cielo, un gelato al veleno…”. Lì c’era la musica a tenerli insieme… qui, manca qualcosa: chissà, forse o l’amore, o i silenzi.
    Non mi pare “sentita”, ecco; né mi comunica gran che.
    Comunque, siamo ampiamente sopra la sufficienza.
VOTO: 6,5


LA CRUNA DELL'AGO
Bella, suggestiva e molto delicata (anche se ottimistica e di zuccheroso sapore ottocentesco, che appare non del tutto spontaneo e sentito), questa immagine dell’amore inteso come un lavoro di tessitura iniziato da lei, sulle prime subìto da lui senza gran convinzione come cosa epidermica, usuale, destinata ad ingiallire ed esser portata via dal vento d’autunno, poi, nell’approfondirsi del rapporto, accettato e proseguito in maniera consapevole e determinata, “cambiando il filo delle emozioni” con l’uso di pazienza, calma e ragione, sino alla fine della matassa, là dove lui scopre, a tela compiuta, un’anima indissolubilmente unita alla sua.
     Gli unici rilievi che mi sento di muovere, a parte quanto detto circa il sapore oleografico dell’immagine, attengono ad una qualche ingenuità formale: trattandosi di frase in tutta evidenza composta di vari periodi, non si vede il perché dell’assenza del punto alla fine degli stessi e del contemporaneo persistere delle virgole e delle maiuscole. L’avrei preferita  senza punteggiatura e tutte maiuscole in inizio dei versi , o con punteggiatura completa.
     La struttura metrica in endecasillabi e dodecasillabi si sposa bene all’immagine arcaica della donna al telaio. Forse però sarebbe stato meglio disporre con una qualche simmetria, nei diciannove versi, i  sei di dodici sillabe, che risultano viceversa distribuiti a caso, apparentemente in maniera inconsapevole: l’insieme sarebbe risultato più musicale.
     Ritengo comunque quasi miracoloso che questo componimento, di non ordinaria bellezza ma anche di non immediata comprensibilità, sia riuscito a giungere in finale in una situazione in cui il numero rilevante delle opere proposte al voto popolare, e l’avvilente pochezza della maggior parte di esse, inducevano spesso ad una lettura sommaria (giacché di molte era pressoché impossibile arrivare sino alla fine).
VOTO : 8
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Il mio parere:
Trovo molto significativo l'aforisma: l'avevo votato due volte il massimonelle selezioni preliminari.
In quanto alla poesia, rileggendola più volte, ho scoperto tra le rime qualcosa di profondo che può sfuggire ad una prima lettura frettolosa.
Le mie congratulazioni ad Alma ed Enrico.

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