Scritta da: Giorgio Baiardi
Quel giorno, me lo ricordo come un sogno. Averti in quell'attimo per me, uno sconosciuto attimo che ha consegnato nelle mie mani la felicità. Dovevo difendermi dal tuo sorriso e dai tuoi occhi che cucivano su di me il coraggio di portarti via. E tu mi guardavi, sorridevi e mi guardavi. Io ero pieno di te, così inesplorata ma così conosciuta come una grande fragilità che chiede aiuto al coraggio per fortificarsi. Non mi importava se domani saresti stata diversa, se il tuo sorriso avrebbe avuto un tono differente. In quell'attimo eri lì con me per riempire la mia mano spoglia e la mia mente di pensieri carichi di forza. Eravamo sulla soglia di un qualcosa che ci faceva grandi. E lo sentivamo, come se fosse tutto ciò che non volevamo perdere mai. La sera senza te, a ricordare ogni gesto, ogni parola, ogni sguardo, ogni sorriso... ogni bacio. Quella notte non avrei potuto dormire. Sveglio, in una notte d'autunno. Dopo un sogno a cui non si può chiedere di più.

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