Coloro che non condividono il frequente ricambio della classe politica sottolineano l'esigenza di professionalità per fronteggiare la complessità dei problemi. Dimenticano che la politica è un servizio non un mestiere. Cincinnato docet.
La politica è come una società dove i soci sono concordi ad aumentare i dividendi e i debiti, senza preoccuparsi di produrre alcun utile, il resto sono solo parole per tenere buoni i dipendenti.
Promettere e non mantenere, il vizio di chi non fa ma usa la politica.
Nella politica dei partiti italiani il compromesso e la ricerca di accordi sembrano impossibili dato che al si si risponde con un no, al bianco con un nero, e al nord con un sud. L'unica cosa possibile è che chi è chiamato a governare segua le proprie idee e programmi mostrando gentilezza e rispetto per gli oppositori e facendo largo uso nella trattativa di verbi al condizionale e al futuro. Non è il massimo della democrazia, un lusso che nel nostro paese pare non possiamo permetterci.
Non è ancora nato l'uomo che non ha mai mentito. Se fosse nato non si sarebbe di certo dedicato alla politica.
Breve ritratto non politico di Giorgia Meloni: un bel volto di donna, illuminato da un gran cervello sostenuto da volontà e carattere indomabili temprati al fuoco dell'esperienza.
La politica è una giostra dove si può girare verso destra o verso sinistra, ma sempre ad una certa velocità. Più si rallenta più aumenta il rischio di finire sul palo (polo) centrale.
Per governare occorre conoscenza, senso morale e dignità, inutili ove manchi il convincimento che la politica non è un mestiere ma un servizio ai cittadini.
I verbi al condizionale e al futuro sono strumenti indispensabili per chi voglia fare politica, servendo i primi a illudere o far sognare gli elettori e i secondi a convincerli che ogni promessa verrà mantenuta.
L'imbecillità, deficit mentale di taluni individui, produce irreparabili danni sociali allorquando il titolare della menomazione s'imbatte nella gestione della cosa pubblica.