Scritta da: Giulio Micheletti
Si sono nato il 1956, ad aprile ed è pure nevicato, il trenta sono sbocciato dalle cosce fredde di mamma. Nonno paterno appena mi ha veduto, moro di Venezia m'ha nominato. A mio fratello, nato du anni prima, fariseo invece l'ha classificato. A mi sorella, dopo un lustro, l'ha schedata come ochina. Quando alla fine sono resuscitato, la mia morte fittizia non ha fatto nà notizia, mamma che ancora non sera riscaldata, una scrollata de spalle ha data. Mi fratello non ha chiuso neanche l'ombrello e mia sorella più sciocchina è rimasta in vetrina. A papà paraculo, che tutto sera pappato, con l'osso più duro, senza risparmiasse neppure er core malandato e trent'anni prima se ne annato, ma tu padre ubriacone, come faceva a sapere la fine della canzone?
Composta sabato 20 ottobre 2012

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