Scritta da: *Francesca* V
In questo luogo è deposta la spoglia di uno che fu bello senza vanità, forte senza insolenza,
coraggioso senza ferocia.
Egli possedeva tutte le virtù dell'uomo, senza i vizi.
E questa lode che non sarebbe che una mendace adulazione se di resti umani si trattasse.
Non è che un giusto omaggio alla memoria di Boatswain, un cane che nacque a Terranova nel maggio 1803 e morì a Newstead Abbey il 18 novembre 1808.

Queste pietre segnano il posto di un amico.
Uno solo ne ho conosciuto e qui riposa.

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    Scritta da: *Francesca* V

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    Sono concorde con il tuo discorso generale, ma non ritengo di amare la natura con l'intensità espressa da S.Francesco. Se così fosse, farei una vita simile alla sua o perlomeno avrei un attività che mi consenta di vivere maggiomente in contatto con essa. Invece, nella realtà dei fatti vivo, principalmente, in una Milano che ha poco a che fare con la natura, ma non ho mai pensato di mutare la mia situazione. Sono un animale metropolitano che sa adattarsi anche agli ambienti naturali :)
    Però ti confesso che da ragazzo mi sarebbe piaciuto divenire un biologo, magari specializzato in zoologia.
    Saluti.
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    Caro Paolo, ciascuno di noi dà alle parole "rispetto" ed "amore" un significato molto soggettivo. Ciò che conta sono i fatti: e, nei fatti, da quanto dici, mi sembra che tu ami o rispetti gli animali probabilmente come e più di tante altre persone.
         La natura che ci circonda (e quando parlo di natura parlo dell'Universo intero, a partire dalle galassie infinite per proseguire con le stelle, con il nostro pianeta e ogni forma di vita da esso ospitata) fa parte di noi, "è" noi. Questa non è assolutamente un'asserzione di tipo sentimentale o poetico, ma un dato di fatto: TUTTO ciò che ci circonda non solo è il nostro habitat, ma è la nostra matrice, la "fabbrica" da cui siamo usciti.
         Non dobbiamo quindi, perché sarebbe un assurdo, assumere nei riguardi della natura un atteggiamento di terzietà o di estraneità: l'atteggiamento giusto è viceversa, a mio avviso, sentire e scoprire dentro noi stessi i mille fili diversi che ci collegano alla natura e ad ogni sua espressione: individuarli, ripulirli, farli vibrare come corde di mille strumenti che suonano, pur con toni diversi, la medesima musica.
         Per questi motivi, ritengo estremamente valida razionalmente. oltre che spiritualmente, la visuale espressa da San Francesco nel Cantico delle creature: quanto poi agli animali, a mio avviso il giusto atteggiamento è ritenerli nostri fratelli, in quanto frutto del medesimo grembo materno. E quanto dico degli animali vale anche per le espressioni del regno vegetale, ed anche per le pietre stesse, giacché siamo costituiti anche di minerali, come ben sai.
         Come in tutte le famiglie, esistono naturalmente fratelli maggiori e fratelli minori. Noi siamo maggiori rispetto ad alcuni, minori rispetto ad altri (esisteranno nell'Universo schiere infinite di esseri più perfezionati i noi); ma la sostanza del discorso non muta, anzi deve condurci in ogni caso ad amare i nostri fratelli.
          Questa è la mia visione delle cose relativamente a questa questione. Potrei naturalmente essere molto più preciso e scendere in  diversi dettagli; ma ho voluto qui esprimere solo il succo del mio sentire al riguardo.
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    Giuseppe, per me il rispetto, sarà dell'esteriorità mi importa poco, è un sentimento di estrema rilevanza, è ciò che ritengo fondamentale per instaurare un qualsiasi rapporto con il mondo esterno, ovviamente non lo confondo con l'amore, perciò ho sempre rispettato tutti i miei, e non solo, animali, ma non li ho mai "amati".
    Nelle mie esperienze ho avuto a che fare con diversi tipi di animali e tra questi il cane e mi è sempre parso uno di quelli che dimostrano più affetto, ma anche una propensione al servilismo che non mi ha mai affascinato. Non devo spiegarti io che un cane non si sceglie un padrone (pardon compagno), e che chiunque esso sia, compresi quelli che bastonano per "insegnamento", il cane, per il compagno, è spesso disposto a morire. Con ciò reputo che sia ovvio saper instaurare un rapporto di "amicizia" con un cane, ma il rapporto di amicizia presuppone anche la scelta di  correggere o abbandonare l'amico nel caso di comportamenti errati nei nostri confronti. Con un cane la cosa è impari, mai un cane ci abbandonerà e nella maggior parte dei casi questo si adatta all'uomo, perciò essere amici di un cane equivale ad andare daccordo con se stessi.
    Ho allevato con molta difficoltà e con molto studio, per ricrearle un habitat ideale, un iguana verde femmina per dieci anni di nome Cronos (Trovare dieci anni fa un erpetologo per privati era un impresa disperata).
    Gli iguanidi sono estremamente territoriali ed il fatto di reperirgli il cibo non li trasforma comunque in servi dell'uomo, mi affascina il fatto che restano quello che in natura sono, siamo noi che dobbiamo adattarci. Con ciò ricordo comunque che quando gli portavo i fiori gialli di tarassaco ( gli iguanidi sono vegetariani, a differenza di tutti i sauri, anche se non disdegnano la carne che però alla lunga li porta alla morte prematura) mi correva incontro all'ingresso del terrario ,dimenticando l’ effrazione al suo territorio, e li magiava direttamente dalle mie mani :).
    Mi è capitato di curare per un paio di mesi un biacco di circa un metro e mezzo, ferito dal mio cane in giardino. Lo nutrii con lucertole per poi liberarlo, una volta guarito. Nel caso specifico mi beccai un paio di morsi sulle dita, causati dalla mia distrazione nel toglierlo dal terrario per la pulizia, afferrandolo alcuni centimetri dietro rispetto alla testa.
    Ovviamente, il suo morso si limita al causare un po’ di dolore penetrando con i denti due o tre di strati dei pelle, ma è del tutto innocuo, anche se convincerlo a mollare la presa non è semplicissimo.
    Ho partecipato ha delle serate in cui venivano illustrati gli stili di vita delle colonie di pipistrelli di tutta Europa ed il loro modo di adattarsi all’urbanizzazione, ed i modo per classificarne le speci. Un convegno che ho trovato molto interessante al quale consiglierei a tutti di partecipare vista l’avversione per questo tipo di mammiferi più che ingiustificata. Per porre un piccolo esempio, un pipistrello di sette grammi può divorare sino a duemila zanzare in una notte), anzi recentemente ho deciso di dotare la mia villa di box per pipistrelli.
    Nelle mie zone, le sere di primavera ed estate, è facile trovare per strada molti ricci uccisi dal passaggio delle auto e quando ne scorgo sul ciglio della strada uno vivo, mi fermo sempre per raccoglierlo e poi liberarlo nel mio giardino.
    Da ragazzino ero molto affascinato dai ragni e passavo interi pomeriggi ad osservarne il comportamento, nutrendoli con i più disparati insetti.
    In sintesi sono, sa sempre, affascinato dal regno animale e dalla natura in generale, ma reputo che termini come amore ed amicizia siano poco adatti per indicare un rapporto tra uomo e animale.
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    postato da , il
    Andrei anche oltre alle tue parole , direi che chi non è capace di espandere il suo amore
    ad ogni cosa che ruota intorno a noi(come dici tu fosse anche un filo d'erba) non è capace
    d'amore vero. Non esistono scale d'amore , ma tanti amori diversi ed ognuno può essere
    grande come un'altro.
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    postato da , il
    A me non sembra poco, Margherita 1. Nel mese di Ottobre scorso è m0rto ignazio, il mio cagnolino diciassettenne. Era un cane intelligente, sensibile e di sua stessa natura un gran signore. Mi è rimasto e mi rimarrà sempre nel cuore; e sinceramente lo ritenevo, sotto diversi aspetti, molto "superiore" a me, se mai di "superiorità" o "inferiorità" si possa parlare tra esseri di specie diverse. Sono stato felice ed onoratissimo della sua amicizia. Capisco alla perfezione, dunque, ciò che dici.
         Mi sembra invece molto poco, sinceramente, ritenere che (cito alla lettera dal commento di Paolo) "se oggi dovessi ritenere che chi ho rispettato maggiormente nella mia vita non fossero i miei genitori, degli amici, le mie donne, ma il mio cane, vorrebbe dire che ho avuto una vita proprio di m*rda." Mi sembra molto poco, perché mi sembra evidente che non si possa rispettare di più o di meno, ma o si rispetta o non si rispetta. Io, sinceramente, per usare la medesima terminologia, riterrei di aver vissuto una vita di m*rda se avessi rispettato non un cane, ma anche un albero o solo un filo d'erba,  un solo milligrammo meno dei miei genitori, dei miei figli, dei miei amici e di tutti quanti, me stesso compreso. Ma più che di rispetto parlerei di amore, perché il rispetto può recare in sé (e spesso reca in sé) una componente di natura meramente esteriore e formale, cioè la ricerca di un corrispettivo di approvazione o quanto meno di benevolenza, componente di cui l'amore, per sua natura disinteressato, è fortunatamente del tutto privo.

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