Scritta da: Yang Tzu
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Composta giovedì 22 novembre 2012

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    Scritta da: Yang Tzu
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    In risposta a una frase di Eraclito.

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    postato da , il
    Hai ragione te, questa frase ha senso in relazione al tempo, senza tempo tutto permane.
    Sempre considerando il tempo apparente,  illusorio e relativo.
    La misura del tempo creata dall'uomo non è detto sia corretta, o meglio, universale, poichè 1 giorno = 1 rotazione terrestre è stata creata solo per comodità e semplicità di misura.

    Ciao e grazie.
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    postato da , il
    ...E finalmente, Yang, è comparso il tuo "commento fantasma".
    Esso, tuttavia, lungi dal chiarirmi il tuo pensiero, finisce col rendermelo ancor più incomprensibile, tanto quasi da indurmi a far mie le tue parole:  <Mi dispiace ma non riesco a esprimere per iscritto il concetto del tempo "illusorio" e tempo "fisico", oppure non riesco a capire quello che scrivi.>
        Anche io, infatti, ritengo che il tempo sia un'illusione. La differenza però tra la mia idea e la tua (nonché tra la mia e quella dell'autore dell'articolo) è che io ritengo siano illusioni anche la materia e lo spazio, e l'intero universo materiale (a quante dimensioni possa essere, universi paralleli, stringhe e buchi neri compresi), mentre voi vi fermate, a quanto pare, al solo tempo.
         MI astengo tuttavia, almeno per ora, dall'affrontare questa questione, che ci condurrebbe - temo - su un piano di assoluta incomunicabilità; e preferisco provare a commentare l'articolo itis.volta.alessandria.it/episteme/ep5/ep5-bocch.htm
    che tu proponi.
          Al riguardo, mi sembra di poter dire quanto segue.
    Le "quattro ipotesi sulla natura del tempo" delineate dall'articolo vengono con grande onestà proposte dall'autore non come cosa certa, ma solo come IPOTESI. Tanto che all'intero articolo può applicarsi la considerazione finale che la discussione sulle categorie fondamentali dell'essere (spazio, tempo, logica, consapevolezza�) ci deve porre in una posizione di estrema modestia ed incertezza ove non dare per scontati neppure i concetti apparentemente più ovvii ed assoluti. (Quando crediamo di spostare la mano nello spazio che ci circonda, forse non esiste né lo spazio, né la mano e forse anche noi non siamo che "il sogno di qualcun altro" (Borges "Finzioni - Rovine circolari") . Questa considerazione è a mio avviso totalmente condivisibile, per una necessità di apertura mentale, senza la quale qualsiasi tentativo di indagine sulla natura e sulla realtà risulterebbe costretto nalla camicia di forza del conformismo e del pregiudizio. Basti del resto riflettere sulla circostanza che, se non la ritenessi condivisibile, dovrei ipso facto rinunziare alla mia visuale di “illusorietà”, che, come potrai  convenire se ci rifletti un attimo, è ben più radicale di quella espressa dall’autore dell’articolo. : ))
         Non mi sembra viceversa condivisibile l’acquisire le mere IPOTESI di cui sopra come traguardi raggiunti, o come verità rivelate. E tento di spiegarmi.
         Come noto, lo spazio di Minkowski, in cui il tempo e lo spazio non sono entità separate ma connesse tra loro in uno spazio-tempo quadridimensionale, fu di grande aiuto ad Einstein per la formulazione della teoria della relatività generale. Lo stesso Einstein, agli inizi, fu alla spasmodica ricerca di supporti matematici idonei a rappresentare le sue teorie. E li trovò. Sto parlando però di SUPPORTI  matematici, non di VERITA’ matematiche.
         Una delle caratteristiche della fisica teorica è infatti quella di poter dar luogo a pressoché infinite ipotesi sulla natura dell’Universo e della realtà. Ma esiste un limite, che è sia logico che deontologico: la PREDITTIVITA’. Le ipotesi, cioè, devono avere capacità predittive: devono cioè prevedere (naturalmente in modo corretto) l’esito di esperimenti non ancora compiuti. Questa capacità, che agli albori fu oggetto di una deontologia professionale tenuta ben presente dalla categoria, con l’andare del tempo, e col proliferare di divulgazioni scientifiche o pseudo tali sempre più intese a stupire e fare cassetta (un po’ come le foto mozzafiato di galassie e oggetti astronomici, tanto care a certi “divulgatori”), appare sempre più trascurata. Basti pensare alla “famosa” teoria delle “stringhe”, ed anche a certe ardimentose visuali di Hawking e Penrose, nelle quali rimangono di certo, quanto a “stringhe”, solo quelle delle scarpe, o forse neanche quelle, giacché tutto – ma proprio tutto, e anche il contrario di tutto – viene messo in discussione.
        E’ lontano dalle mie abitudini l’esprimere posizioni intransigenti di matrice sia pur lato sensu reazionaria; tuttavia non posso non evidenziare che, dopo Einstein, la fisica teorica, a parte Chandrasekhar e pochi altri, è stata capace di esprimere solo grandi voli di fantasia, predittivi soltanto di grosse vendite e notorietà al botteghino delle chiacchiere.
        Nondimeno la teoria della relatività generale, con la sua elevata predittività, più volte constatata a livello sperimentale, rende profetiche ed ASSOLUTAMENTE VERE le parole pronunziate da Minkowski nel lontano 1908: “D'ora in avanti lo SPAZIO singolarmente inteso, ed il TEMPO singolarmente inteso, sono destinati a svanire in nient'altro che ombre, e solo una connessione dei due potrà preservare una realtà indipendente. » 
        E’ fondamentalmente questo, ciò che intendevo allorché scrivevo quelle poche parole che ti risultavano oscure (commento 23, in fine) : Non puoi togliere di mezzo il tempo, e lasciare lo spazio. Per il semplice motivo che lo spazio ed il tempo, singolarmente presi, sono privi di ogni significato.
        In altre parole: se vogliamo rottamare il tempo, dobbiamo insieme a lui rottamare anche lo spazio. Rottamare il solo tempo può costituire nulla di più di una mera attività ludica (della serie: giochi matematici), priva però di ogni credibilità scientifica, per i motivi di cui sopra.

        Ma c’è di più. MOLTO di più.

    Il concetto di TEMPO è ciò su cui si basa il PRINCIPIO DI CAUSA-EFFETTO.
    Le cause, infatti, precedono gli effetti: e se togliamo di mezzo il tempo, non ha più senso parlare né di effetti, né di cause.
          Questo potrebbe anche essere simpatico, geniale ed artistico a livello di gioco matematico.
         Ma può essere devastante sotto il profilo morale, perché, venuto meno il principio di causa-effetto, venuti cioè meno cause ed effetti, viene meno anche il principio di responsabilità, e dunque ogni criterio di valutazione morale delle azioni umane.  
         
          E allora?
          E allora, qui c’è… una domanda, che, se non me la fate, è meglio. Perché, ove me la faceste, non basterebbero cinquecento o cinquemila pagine a darvi la risposta. : ))
          In generale, però, posso dire che, al punto cui siamo arrivati una visione realistica dell’Universo non può essere che interdisciplinare. Le risposte vi sono già, e vi sono tutte; ma esse sono nascoste nelle pieghe analitiche delle varie specializzazioni in cui si è frammentata la conoscenza umana. Una sintesi interdisciplinare delle quali potrà condurci a risultati sorprendenti.
          Ma ogni cosà avverrà a suo tempo (ed anche a suo luogo, per quanto detto : )).
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    postato da , il
    A quest'ora sono gia al lavoro :-))
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    postato da , il
    No, sveglio anche Giulio... ma allora... siete quasi p a z z i quanto me!!
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    postato da , il
    Perbacco, non ti facevo così mattiniero (o nottambulo, o entrambe le cose) !!
        Ricambio gli auguri, estendendoli anche allo staff,con preghiera di "sciropparsi" rapidamente (dico: prima di Capodanno) il link in questione, e dare disco verde al tuo commento. De futuro, elimina h t t p , i due punti e gli slash dall'indirizzo, e vedrai che i commenti che contengono links non verranno più bloccati dal censore automatico (se infatti copi il link che io ho impunemente postato, e lo incolli nella barra degli indirizzi, vedrai che l'articolo di Bocchi comparirà senza problemi). In alternativa alla solerzia dello staff, potresti ricopiare il tuo commento con il link corretto come sopra, e così "forzare il blocco" del censore automatico... Col che, oltre tutto, solleveresti gli amici dello staff da ogni affanno nel compimento dell'operazione di verifica, che diverrebbe pleonastica.

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