... così come la povertà.

Posso ritenermi certo che, tuttavia, le stelle gli avrebbero attraversato l' anima anche se fosse stato ricco, con abiti firmati e scarpe a tenuta stagna.
La ricchezza interiore non è necessariamente disgiunta da quella esteriore.

Tu abiti vicino Torino, mi pare.
Beh, provati ad andare a Torino, nella via più piena di gente che trovi.
E pensa: tutta la gente adulta che vedo, tra 100 anni (ad essere MOLTO ottimisti), sarà tutta m0rta. E' la pura verità.
Tra diecimila anni, poi, tutti i palazzi che vedo saranno distrutti: sostituiti da altri, o addirittura non ci sarà più Torino.
Se si pensa seriamente a questo, come ci si può seriamente affannare per le cose e per la vita materiale?
Il punto cruciale è raggiungere la coscienza della propria imm0rtalità. Una volta che la si sia raggiunta, la si pensa in modo molto diverso.
Ma non occorre neanche raggiungerla, quella coscienza: basta solo sospettarla, o anche solo immaginarla, e il prodigio è compiuto.
  E... ci si può innamorare anche con la casa all'asta, o semmai anche già venduta.  : )))
  Renditi conto: qualsiasi cosa tu possa fare o avere, non potrai che vivere giorno per giorno. Anzi: minuto per minuto. E se viene il minuto storto, non esiste casa che la furia degli elementi o degli uomini non possa spazzare via; mentre se viene il minuto dritto, anche senza case di proprietà si trova dove abitare, di che coprirsi e di che vivere serenamente il proprio pellegrinaggio su questa Terra.

Quanto poi alla povertà, perché è questo l'argomento del post, con "l'uomo della casa persa" ci ho parlato Sapessi con quanti... : )))
     Ho conosciuto ricchi che si sentivano poveri, ma tanto poveri che gli avresti fatto volentieri l'elemosina; e poveri che si sentivano ricchi se solo avevano davanti a sé una sola settimana di certa sopravvivenza.
     Ho conosciuto diversi uomini che avevano posizioni economiche superlative, e che le hanno perdute. Ebbene di questi alcuni sono rimasti paralizzati, su una sedia a rotelle, distrutti dagli eventi; altri, come liberati da una schiavitù, hanno iniziato una nuova vita, che li ha condotti ad essere padroni di se stessi anziché servi del proprio denaro.
     E potrei andare avanti a lungo con questi esempi; ma ciò che voglio dire è che le "negatività" della vita, povertà compresa, non hanno su tutti gli uomini il medesimo impatto: perché ciò che conta è ciò che noi abbiano DENTRO di noi.
      Credimi: la serenità, il sorriso, la mestizia o la disperazione non dipendono dagli eventi, ma dalla luce o dall'ombra, forza morale compresa, che ciascuno di noi si porta dentro.
      Piangere per la casa persa? Il pacco di tritolo? Ma per favore... : ))

Mio caro Vincenzo...
Potrei dirti una frase "famosa": "lei non sai chi sono io" ... : )))
Scherzi a parte, non mi permetterei mai di fare del facile ottimismo sulla pelle altrui.
Nel senso che quando parlo, non parlo per mera elucubrazione.
E ribadisco: i vecchi cappelli, le giacche logore e le suole spugnate sono complementi... d'arredo in assenza dei quali, di solito, il miracolo delle stelle non si verifica. O non si è verificato.
Vedi, la povertà, la sofferenza, qualsiasi genere di disillusione o di "sventura", sono veri e propri regali, perché componenti essenziali del nostro avanzamento spirituale. Conducono a comprendere quanto effimere e prive di vero valore siano le cose materiali, e a disinteressarsene, volgendo lo sguardo alle cose che davvero contano. Questo, però, se si è già in cammino, o quanto meno se si è portati alla riflessione. E se si ha CORAGGIO. Molto coraggio.
In caso contrario, sono una vera maledizione, fonte di miseria, di bestemmia e di ogni abiezione.