Dopo le battaglie degli "spazzini" per essere "operatori ecologici", dei "bidelli" per essere "operatori ai piani", dei "secondini" per essere "guardie carcerarie".
Dopo le molto più nobili diatribe dei ciechi per essere "non vedenti", dei portatori di handicap per essere, giustamente, "diversamente abili".
Anche gli "impotenti" urlano i loro diritti, offrendoci anche due opzioni, o "diversamente attivi" o "non trombanti".

Giuseppe Catalfamo

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