Frasi umoristiche di Giuseppe Esposito

Nato (Italia)
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La storia si svolge a Milano negli anni 60 tra l'industriale Gianmaria Bernasconi Rizzoli, conte di Martesana e il suo autista Pasquale Donnarumma di Pozzuoli (na)

Ricorrendo il compleanno della moglie sig.ra Matilde Aldrovandi di Montefeltro
il conte Gianmaria Bernasconi incarica l'autista Pasquale di preparare la limousine
al fine di recarsi in via Montenapoleone per acquistare un regalo di prestigio alla moglie,
una pelliccia di cincillà del valore di 50 mln di vecchie lire. Infatti Pasquale rigorosamente in livrea, ottempera a quanto ordinato dal suo datore di lavoro. Al ritorno, Pasquale reca in braccio orgogliosamente, la confezione con l'oggetto regalo della favolosa pelliccia di cincillà.

Giunti all'avita dimora il conte sempre seguito dal fido Pasquale con in braccio la pelliccia, cerca l'amata per darle il regalo appena acquistato, ma stranamente ella non risponde ai ripetuti richiami di "cara, cara dove sei?" Lanciati dal conte. Infine pur aprendo tutte le porte dei locali, dalla bibioteca
alla sala da tè, la gentildonna stranamente non risponde. Il conte decide infine di guardare anche in camera da letto, perchè malgrado la tarda mattinata, potrebbe essersi trattenuta ancora nel talamo.

Ed infatti la trova sì a letto, ma con un altro uomo, cioè l'amante! Questo è lo scenario che si presenta a lui e a Pasquale, anch'egli esterrefatto, con la pelliccia sempre in braccio. Riavutosi un attimo dalla sorpresa il conte Gianmaria Bernasconi Rizzoli ripreso il suo sangue freddo, così esordisce:

- Non ti prendo a schiaffi perché sono una persona molto seria, donna fedifrega e messalina, ti credevo Cornelia madre dei Gracchi e invece non sei che una semplice Tiziana e l'ultima parola che vorrei dirti, non
la dico perché mi rimane in gola, mi strozza! -
Poi rivolgendosi all'autista gli dice - Pasquale prendi la pelliccia e portala a tua moglie, sicuramente è più onesta della mia! -

Figuriamoci il povero Pasquale, al colmo della felicità, si precipita a casa con la favolosa pelliccia regalatagli per la moglie dal conte e per darle la buona novella. Anch'egli gira per casa in cerca della moglie
- Concettina, Concettina dove sei? -

Anche sua moglie non risponde, allora la cerca in camera da letto, la spalanca e trova pure lui la moglie a letto con l'amante! Situazione Kafkiana! Perfettamente analoga a quella del suo padrone vista poco prima.

Allora si ricompone, e volendo imitare il conte che in maniera signorile aveva liquidato la questione, cerca di reinterpretare le sue parole profferendo così:

- non ti piglio a cavici int'ò mazzo pecché song nà persona seria, donna fetosa che non vai mezzalira, ti credevo donna carmela che vende vende i "tracchi" invece non sei che una semplice "trezzaiola" e l'ultima parola che ti vorrei dire, mi rimane in gola, stronza! -
Giuseppe Esposito
Composta mercoledì 25 maggio 2011
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    Napoli, ore 4 del mattino. Uno spazzino sta ramazzando la strada ad un bivio cittadino, si ferma una limousine con 4 arabi a bordo che cercavano la moschea e non sapevano quale via del bivio prendere: Cercando di farsi capire dall'operaio lo interpellavano cosi "Uè paisà da cà si và da Allàh" volendo dire alla moschea! Ma siccome lo spazzino non capiva ripetevano la stessa frase varie volte "Uè paisà da cà si và d'Allàh" Alla fine lo spazzino infastidito chiaramente gli risponde indicando le vie. "Se vai di qua vai in culo a mammeta, se vai di là vai in culo a soreta, ma se sei venuto qui per rompere il cazzo a me sei arrivato".
    Scusate le volgarità ma erano necessarie, non trovate?
    Giuseppe Esposito
    Composta martedì 24 maggio 2011
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      Un carabiniere in discoteca conosce una ragazza e le dimostra immediato interesse, anzi le fa capire chiaramente che vorrebbe fare sesso con lei e la invita a casa sua e a uscire dalla discoteca.
      Alché la ragazza gli dice "guarda che non posso, ho il ciclo!"
      Il carabiniere pronto gli risponde " ma non ti preoccupare tanto sulla mia panda ho il portapacchi!
      Giuseppe Esposito
      Composta martedì 3 maggio 2011
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        Un bambino che frequenta la 1^ elementare chiede alla mamma "mamma perché la maestra chiama tutti gli altri bambini con il loro nomignolo ad esempio Giorgio, lo chiama Giorgino, Vincenzo lo chiama Vincenzino, Pasquale lo chiama Pasqualino ecc. Ma a me non mi chiama mai con il diminutivo? Perché?"

        La mamma resta per un attimo perplessa poi gli risponde "Sei ancora troppo piccolo per capire, lo saprai tra qualche anno Pompeo!"
        Giuseppe Esposito
        Composta martedì 5 aprile 2011
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