Nel paese che non c'è

Capitolo: 5
L'autore diffida chiunque dall'identificarsi con i protagonisti di questo romanzo e dal riconoscere eventuali somiglianze fisiche o mentali con i medesimi, perché il contenuto e ogni riferimento a nomi, luoghi e persone è puramente casuale e frutto esclusivo della sua fantasia.
C'era una volta un paese, da cui anche i sassi più informi avrebbero voluto emigrare, a causa della astiosa natura dei propri abitanti... e tutti i nascituri locali, avevano immediatamente imprecato, poco prima di venire al mondo, al solo percepire l'atmosfera refrattaria e infida del paese che non c'è, tranne uno: Cacabuzzuro. Quando nacque era talmente voluminoso, prepotente e capriccioso che per contenere il suo impetuoso desiderio di emergere, di primeggiare e di mettersi in mostra, i genitori dovettero allestire un capicarru, prendendo in prestito un carretto siciliano con copertura di legno e chiudendocelo dentro fino all'adolescenza. Ma quella sorta di punizione iniziale, non ebbe alcun esito sulla natura, irrimediabilmente retriva del giovane Cacabuzzuro, che si scoperse o si volle scoprire, un esteta, un artista puro, un tuttologo. Cominciò a diffondere o a tentar di diffondere il suo pensiero nebuloso e approssimativo nel proprio paese, così, quando si accorse che la sua totale incompetenza, abbinata ad una lieve confusione ispirativa, limitava ogni sua eventuale influenza sugli astanti locali, iniziò a coltivare astio verso chiunque e anche verso il proprio paese.

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