Scritto da: Stefania Meneghella

Una giostra dipinta


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Giornata cupa e invernale. Ammiravo paurosamente la giostra, una di quelle che raramente si scrutano nei paesini. Era un posto per "neri", molti lo definivano così. Le nuvole si specchiavano con ogni anima di colore e tutto assumeva un aspetto diverso. Con il mio taccuino tra le mani, penetravo nel loro mondo e mi sentivo una di loro. I bimbi sorridevano di un sorriso mielato e loro desideravano giocare, come il resto del mondo. Improvvisamente, scorsi un bimbo come me, la sua pelle era chiara e mi sentii anche un po' a casa. I suoi occhi color oceano luccicavano alla sola speranza di potersi divertire. Si avvicinò alla giostra che mai si era fermata. I piccoli colorato fulminarono il suo sguardo e, in un linguaggio a me sconosciuto, gli sussurrarono qualcosa. Dai suoi occhi marini, fuoriuscirono lacrime di tristezza e, con una lieve smorfia, andò via. Da lontano, mi si avvicinò e i suoi occhi parlavano ancor prime delle sue labbra. Poi, delicatamente mi confessò il suo dolore. Viveva lì da anni e sempre era stato rifiutato.
Rammentai così Jim Crown. Era uno di colore, anch'egli. Ma viveva in quei quartieri per "bianchi", molti lo definivano così. James Langston Hughes,... [segue »]
Composto giovedì 15 dicembre 2011

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