Scritto da: F4B10Z

Suoni

E cadde la sera.
Ornata delle sue stelle, finemente ricamate sul manto del cielo, piccoli punti sopra ogni essere umano. Il lontano latrato di un cane, sembra quasi intonare una triste canzone. Le luci della città sembrano spente, in un innaturale dolcezza, come se la metropoli volesse rispettare le mie emozioni.
La luna, pallidamente luminosa rischiara le strade, vuote. Svuotate di ogni uomo, donna o bambino. Privata del sussurrare della gente, dell'atavico desiderio di muoversi dei bambini, del fugace attimo di dolcezza di due innamorati.
Solitario, in questa notte perenne, vago.

Prosegue il viaggio. Lentamente riconosco sentieri percorsi tempo prima. Gioie e dolori di un mondo fin troppo crudele per me. Forse è solo colpa mia, del mio vivere in bilico fra la paura di amare e la dolcezza dell'essere amato. In perenne equilibrio fra l'amare e l'essere odiato. È lì che ho costruito la mia casa. Nello spazio dove sto bene, nello spazio dove, solitario, posso vivere, e morire. Nel mio piccolo limbo personale, dove riesco ad avere tutti i nemici che voglio. Dove riesco persino a trasformare gli amici in nemici. Dove coloro che amo, prima o poi diventeranno anch'essi nemici.
E mi appresto a combattere. Posso solo fare questo.
Composto lunedì 22 giugno 2009

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