Scritto da: Giuseppe Catalfamo
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La dolce piccola Maria,
ragazzina appena dodicenne, abbandonata, probabilmente barattata, in un convento dalla famiglia bigotta e ignorante perché il rosso che fa diventare donna per loro era peccato mortale,
vinta dalla sua innata purezza trova la forza e il coraggio di fuggire dal monastero.
Chiusa la fisicità, non l'anima, capace di distinguere una colpa inesistente che volevano far sua.
Erra per le campagne, la notte è senza luna,
ancor più nero l'animo della Bestia incarnata in un soldato romano nel quale s'imbattè.
Pagano senza Dio, essenzialmente senz'anima, nefanda di nuovo rosso il corpo dell'innocente bimba, imponendogli il suo seme la rende madre prima d'esser donna.
Lei non sa, né immagina, si sente sporca, già è fuggitiva ancor più fugge.

Elisabetta, sua cugina, solo lei può ascoltare il suo pianto soffocato e disperato.
Elisabetta è donna meravigliosa, sedicenne che conosce da ventiquattro settimane la gioia d'esser madre,
un solare cucciolo di nome Giovanni, frutto d'amore sbagliato perché troppo giovane ma puramente consumato.
Eli accoglie con devozione la cugina, sentendo il profumo del virgulto che sboccia in Maria decide che fuggire è il verbo.
Due bimbe madri di due bimbi, Eli si reca cercando consiglio dall'uomo per il quale ha fiducia ... [segue »]
Composto giovedì 28 ottobre 2010

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    4
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    Bhà  bà baciami piccina sulla bo bocca piccolina :))
    3
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    BHà....
    2
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    Vangeli apocrifi e fantasy :)
    1
    postato da , il
    tutta fantasia?

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