Un ragazzo calabrese

Capitolo: La mia Calabria.

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Ascolto il vento, e la mia voce che non ce, si confonde con il canto della risacca che abbraccia gli scogli, li nasconde nelle creste nella schiuma delle onde spumeggianti, poi riemergono come giganti verdi e bronzei, grondanti di sudore. I miei capelli svolazzando nella brezza che entra nelle narici e vi deposita l'odore del mare. La sento sulla pelle, mi accarezza il viso. In cima al promontorio a picco sul mare, la dove la provinciale 18 lascia la città di si inerpica con i suoi tornanti a gomito sulla montagna verso Pizzo e poi Vibo Valentia. Prima di entrare in Città, fermai la bicicletta per godere di tanta bellezza. Mi sedetti su un parapetto costeggiante la carreggiata, e da li l'occhio scrutò la spiaggia dorata e poi via verso l'orizzonte, la; dove la fine degli appennini l'Aspromonte scivola a valle per scoprire dove incomincia il mare, la dove mare e cielo, si fondono. A destra verso est, il sole giovane nato da poco, comincia a scaldare la terra, la sabbia, i sassi, gli alberi e le sterminate terre dove il grano già alto, dipinge di giallo un mare di spighe costeggiato, da terre abbandonate dall'uomo, e la gramigna impera ... [segue »]
Composto sabato 17 dicembre 2016

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