Scritto da: Anna De Santis

Dal mio diario, frammenti di vita


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Mio nonno Guido, mi raccontava sempre la sua storia, con lo sguardo perso dietro ai suoi ricordi. Ai tempi del fascismo, lui era un artigiano orafo, uno dei pochi che stava bene, non ha mai sofferto la fame, e raccoglieva l'oro per la patria, anche se non era affatto fascista. Aveva all'epoca 23 anni, ed aveva un fratello, sposato con una ragazza calabrese, viveva in casa con loro. La coppia aveva un bambino: Michele Colagiovanni, piccolo, che era la gioia dello zio Guido, ogni volta che tornava il suo desiderio era giocare con lui, portarlo sulla sua moto, coprirlo di regali. Un giorno il padre di Michele fu chiamato al fronte e non fece più ritorno. Mio nonno disperato, pensò che la cognata sola in quel paese che non conosceva bene, decidesse di portare il figlio giù in Calabria dai suoi parenti, prese subito una decisione: sposare immediatamente la cognata. Si sa che il matrimonio non poteva durare, ma lo scopo di mio nonno era chiaro, non far allontanare l'adorato nipote. Passò qualche anno e Michele aveva già 12 anni, un giorno mio nonno tornando a casa non trovò più la cognata ed il nipote. Le distanze e la guerra ... [segue »]

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