Scritto da: Vincenzo Augello

Amara ombra


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Osteggiai aspre battaglie, in talune venni sopraffatto, in altre fui trionfante ed equo nello spirito.
Nell'alba gelida di quella primavera non riconobbi un segno oscuro che si palesò sotto le mentite spoglie di un arcobaleno.
Inconsapevole del mio infausto destino, deposi i blasoni e amai.
Fui tardivo nel ammettere la sua anima oscura, rabbiosa e irriverente.
Inerme al suo cospetto giacevo alla sua amara ombra in castigo, e il rimpianto era il solo piacere che provassi.
Nelle mie membra logorate e nel mio cedevole cuore vi era ancora vita, la possibilità d'un singolo palpito felice, ma l'indolenza l'opprimeva anche tra le braccia di Orfeo.
Fu un mattino che nel circondario, dopo una cagnara inattendibile, calò una insolita quiete che rimarcò alcuni suoni dimenticati.
Riconobbi in quella quiete il segno dell'assoluzione della mia anima perduta.
Il dolore di quegli anni indurì la mio indole a tal punto da rafforzarla e rendermi audace e valoroso.
Nel mio petto v'era una fiacca favilla che avrebbe a buon diritto potuto divampare.
Fu così che una notte, con un firmamento sì terso da far sognare anche i marinai, risoluto mollai gli ormeggi e presi il largo senza voltarmi indietro.
Inondai i polmoni d'aria fin quasi ... [segue »]
Composto giovedì 8 gennaio 2015

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