Scritto da: Rosaria Brancato
68 anni fa, circa 130.000 persone hanno messo in gioco la loro vita per difendere quella del paese, liberandola da un egoismo omicida. Io sono un italiano, e come tale voglio poter girare il mondo portandomi dietro le fierezza della mia terra. Eppure vivo con la paura del domani, perché gente come quella non esiste più, sembra piuttosto essere morta solo per scrivere la storia e non per progredire i valori difesi che noi tutti, oggi, abbiamo nello spirito dell'essere italiano. Ciò che spero è che l'era in cui mi trovo a vivere questa Italia, possa essere ricordata come la più bella, dotata di bellezza, tecnologia e di una protezione all'ennesima potenza, per mettere in salvo le generazioni future, come i nostri predecessori hanno fatto con noi. Vorrei invecchiare raccontando di aver vissuto nel tempo che ha schiacciato l'ipocrisia ed elogiato l'onestà. Voglio un'Italia dove poter vivere in quiete con me stesso, in assoluta trasparenza. Voglio un'Italia che si liberi dall'erba secca per far nascere i fiori freschi. Voglio un'Italia che si liberi dalle menzogne per farsi esplodere di verità. Voglio un'Italia che si liberi dall'incubo del presente per tuffarsi nel sogno del futuro. Voglio un'Italia che si liberi dalle nuvole per far sorgere un sole rigenerativo. Voglio un'Italia che si liberi dalle scelte altrui per affermare le proprie, che si svesta del suo potere per indossare un po' di umiltà. Voglio un'Italia libera.
Composto giovedì 25 aprile 2013

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