il diavolo, probabilmente...


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Scendo dalle scale, come sempre, sempre arrabbiata, con un lavoro che odio, ufficialmente insegnante di sostegno, in realtà "tata" di un bambino viziato e difficile, con famiglia soffocante al seguito che mi critica e mi svilisce, soprattutto con quattro soldi che tardano ad arrivare... occhio che azzanno, ancora in tensione, in perenne incazzatura con la mia vita senza sogni, svuotata e rinsecchita come un cerino bruciato, da buttare via... Come i passeri bigi appollaiati in alto sui fili del tram persone bigie aspettano che il "24" le porti via, dalle case ovattate e calde al caos magmatico di impegni e sudore, pensando al "dopo", non ad "adesso": 8 ore di apnea quotidiana, un minuto in più e scappano tutti "altrove" – tran tran casalingo, un sorriso stiracchiato, comunque altri problemi – poi, si ricomincia... stop, che cosa triste, mi deprimo anch'io, ci vuole un caffè, anzi un cappuccino dolce ed amniotico, che attutisca un po' il parto doloroso della vita di tutti i giorni... Un cappuccino riconcilia con il mondo intero, mi coccola come una bimba triste e sconsolata, che ha perduto la sua mamma e non sa trovare la strada di casa... bevo lentamente il mio nettare degli dei,... [segue »]
Composto sabato 23 marzo 2013

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    a Elena

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