Scritto da: Mariella Buscemi
Cosa bisogna fare per evitare di urlare, ma farsi sentire? Come se un semplice e conciso: "ehi, sono qui, esisto anch'io" non bastasse. È necessario per forza urlare, intromettersi, rubare, assediare, infastidire, ossessionare? Non busso a casa di qualcuno senza invito. Forse sta facendo la doccia, o ha la tavola apparecchiata e non voglio che nessuno si senta in dovere di chiedermi di sedermi, o sta guardando il suo film preferito, o è già impegnato a sentire un'altra. Sta di fatto che se non ti invitano è perché non hanno voglia di invitarti, non vogliono che tu ci sia. La gente, anche quella che sembra uscire dalla massa, prenderne le distanze e fare la differenza, finisce per valutare la tua compagnia senza che neppure sappia cosa sia la "tua compagnia". Non busso a casa di qualcuno senza invito. Sai che ci sono e, se i nostri sguardi si sono incrociati dalla finestra, apprezza il fatto che io abbia fatto in modo che ciò accadesse, stendendo i panni mentre pioveva, pulendo i vetri mentre fuori tirava vento e tutte le foglie mi entravano a casa, affacciandomi col gatto in braccio, ma era un: sto qua, attraverso la strada e sono lì, attraversi la strada e sei qui. Beh, forse non si è mai troppo vicini, ma la testa ha geometrie virtuali da percorrere, magari, si potrebbe cominciare da lì. Non busso a casa di qualcuno senza invito.

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