Scritto da: Sara C.

L'eco che non c'è


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Lasciavo evaporare sogni in attesa che qualcuno riempisse nuovamente quella pentola a vapore. Sì perché m'ero ripromessa di soffocare ogni atomo di dolore per lasciarlo svanire tra quella miriade di bei ricordi che neanche il tempo avrebbe potuto trasformare. Mi stavo svuotando e sentivo la mia anima sbriciolata in mille frantumi come mai lo era stata. Mi abbandonavo alla luce soffusa di quel corridoio, seduta accanto a una vecchia porta che conduceva in stanze proibite a noi clienti dell'hotel. Volli sfidare quel divieto così che aprii quella porta e vi scovai dentro mille oggetti lasciati probabilmente per distrazione dai precedenti ospiti. Tra essi scorsi persino un diario e non potei non perdermi tra quelle delicate parole d'amore. Non lessi, almeno non prima della conclusione, di chi mai fosse. Era ormai ingiallito e la sua copertina stava svanendo sotto la muffa. Chissà da quanto tempo era lì: sembrava però appartenere a una giovane ragazza che ancora non aveva conosciuto l'amore, o almeno non quello vero. La donna era stata appena lasciata da un suo vicino di casa e mai si sarebbe aspettata che quell'infantile gesto le avrebbe così mutato l'animo. Non pensava minimamente d'essersi innamorata di lui eppure il rivederlo tutti ... [segue »]
Composto mercoledì 27 aprile 2011

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