Scritto da: Paul Mehis

L'autolavaggio

Si trovava li, nonostante l'orario assurdo, perché detestava l'auto sporca!
Non era per il mezzo in se, ma per l'odio nello sporcarsi, quando vi si appoggiava contro.
Era un luogo poco illuminato, ma anche quello più vicino.
Come al solito i lampioni stradali erano fottuti!
Quella condizione faceva si che i tempi previsti si dilatassero infinitamente.
Il freddo gli entrava nelle ossa e l'umidità prodotta dall'idropulitrice peggiorava notevolmente la situazione.
Tutto intorno, solo la provinciale squallida e campi incolti e brulli.
Sentì dei rumori, provenire da un posto indefinito, simili a tacchi di stivali in cuoio pestati sul parquet, ma intorno non scorgeva niente.
Affrettò l'opera, perché si sentiva una crescente agitazione montargli dallo stomaco, probabilmente dovuta alla stanchezza, o alle migliaia di impegni che avrebbe dovuto assolvere dopo poche ore.
L'inquietudine aumentava, sentiva quei passi sempre più vicini, ma nella foschia nulla.
Si fece forza, ma gli uscì solo una voce tremante.
Chiese: "ehi c'è qualcuno?"... Ma nessuna risposta.
Ormai la sensazione, si era trasformata in paura, il collo ed i polsini della camicia erano impregnati di sudore...
Voleva andarsene!
Stava per riporre la pompa, quando sentì un colpo sordo dietro la schiena, le ginocchia gli cedettero, cadde sbattendo violentemente il viso a terra, l'acqua che scorreva verso la griglia di raccolta, si tinse di rosso... Sempre più.
Sentì la vita scorrergli via, verso quella grata, ma non ebbe neanche la soddisfazione, se pur blanda, di capire il perché!
Composto domenica 22 febbraio 2009

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