Scritto da: Edoardo Grimoldi

Il pettirosso rosso

C'era una volta un pettirosso rosso. Che fosse un pettirosso lo diceva lui, perché nessuno aveva mai potuto verificare la cosa; d'altra parte essendo lui tutto rosso, nessuno poteva negare che il suo petto fosse rosso, e che quindi egli fosse un pettirosso.
Tuttavia molti dubitavano della cosa in quanto, a differenza degli altri pettirossi che sono grandi più o meno come un passero, il pettirosso rosso era grande come un'aquila, con un grosso becco adunco sporco di sangue, potenti artigli sporchi di sangue e ali enormi sporche di sangue. Il pettirosso rosso aveva un bel dire che era caduto in un serbatoio di sangue! Nessuno gli credeva e quando passava tutti gli altri pettirossi scappavano terrorizzati. Un giorno però la comunità dei pettirossi lo mise alle strette: "Molti di noi pensano che tu non sia un pettirosso ma un'aquila sporca di sangue, confessa la verità". Messo alle strette il pettirosso rosso confessò. "Sì, è vero, sono un'aquila emofiliaca e a causa della mia condizione non sono accettata dalla comunità delle aquile, così ho pensato di fingermi uno di voi sperando che non ve ne accorgeste. Vi prego, non mandatemi via," disse piangendo; ma la comunità dei pettirossi fu irremovibile, e la condannò a morte. Vistasi perduta, l'aquila emofiliaca pensò: "Beh, se devo morire almeno prima mi voglio togliere qualche soddisfazione" : tirò due o tre bestemmioni, si fece una sega e con un colpo di artiglio ben assestato fece fuori una sessantina di pettirossi ma fu sopraffatta dagli altri 10 milioni di pettirossi che la linciarono prima che potesse intervenire la polizia dei pettirossi.

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