Scritto da: Giuseppe

La cicatrice


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Lui non sapeva che l'inverno a cavallo tra il 1955 e il 1956, sarebbe stato il più freddo del secolo. Ma che fosse freddo, molto freddo, lo sapeva, anzi lo sentiva.
La povera casa in cui abitava aveva più di tre secoli, costruita per i bovari di qualche ricco proprietario terriero Veneziano e mai restaurata. Dalle fessure della porta d'entrata, dei vetri e del tetto entrava tutta la rosa dei venti. Il camino faceva da aspiratore del calore emesso dall'unico impianto di riscaldamento degno di tal nome: la cucina economica.
Tuttavia, vuoi per l'inconsapevolezza dei suoi 6 anni, vuoi per il calore affettivo da cui era circondato, il freddo non lo colpiva più di tanto. Anzi, la poca neve caduta, aveva conferito alla campagna un'aria fiabesca. Persino le trappole per i passeri gli sembravano romantiche e per niente crudeli. In fondo era bello uscire nella neve, lasciare le impronte delle scarpe in giro per la corte, senza che la mamma lo sgridasse. La mamma! Era troppo occupata con i fratellini più piccoli: Angelo, aveva tre anni e Massimo appena undici mesi. Così la mattina passava in beata solitudine. Il pomeriggio, invece, tornavano i fratelli più grandicelli dalla scuola. Soprattutto tornava ... [segue »]

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    Scritto da: Giuseppe

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    postato da , il
    non c'è male, amico! ho letto con piacere, continua!

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