Scritto da: Lina Viglione

LA MIA STAZIONE

Mille volti che si rincorrono con la stessa domanda, c'è chi risponde loro, c'è chi da altri li rimanda, mille anime che si muovono con la valigia ed un foglio in mano, c'è chi viene da vicino e chi da molto lontano e ogni tanto una voce innaturale rapisce loro l'attenzione, avverte a tempo chi parte e chi arriva alla stazione. Anche io un giorno fui uno di loro, con tanti dubbi e tanta speranze, ma con il cuore e una rabbia dentro e con tanti bersagli della vita da far centro e lì in quella stazione stavo proprio bene i miei sogni ricorrevano spesso le mie pene il ragazzo dei biglietti era mio marito la sala d'attesa era il mio salotto, la tavola da pranzo era in un vagone tutto rotto, quelle persone che mi giravano attorno, erano amici che venivano a trovarmi senza far ritorno. Ho riposto la valigia ormai da tempo, ma i miei pensieri corrono come il vento, non hanno orari o ritardi da temere, credetemi, con loro viaggiare è diventato un piacere, in un minuto arrivo a destinazione e posso compiere con calma ogni mia azione posso stringermi forte i miei nipotini nipotini senza che il tempo mette alle mie ali le sue spine, posso riempire i lori salvadanai di tenere carezze, o colmarle di baci e di tenere stranezze, posso cantare con loro una canzone tutte le mattine mentre facciamo colazione. Per queste cose ho venduto la mia stazione, l'ho sostituita con una che mi dà più emozioni dove ci sono sola due binari che vanno in un'unica direzione: sempre diritti... ma fondo al cuore.
Composto mercoledì 1 febbraio 1995

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