Scritto da: Giovanni Barra

Perché maestri

Crisi del sacerdozio cattolico. Quali le cause? Evidente è il problema, ormai alla ribalta, della solitudine effettiva imposta come condizione necessaria all'essere stesso del sacerdozio, e da questo punto di vista non posso che essere solidale sia con loro che stanno lottando per l'abolizione dell'obbligo del celibato ecclesiastico sia con chi si batte per il riconoscimento del diritto alla vita affettiva per i preti omosessuali. E ugualmente posso anche condividere l'impegno di chi propone il diritto per le donne di accedere al sacerdozio. Sono convinto, però, che la crisi riguardi il senso stesso dell'esistenza di una casta sacerdotale all'interno di una chiesa che dice di ispirarsi alla figura di Gesù di Nazareth e, più a monte, il senso di una struttura ecclesiale come quella attuale. Perché "padri" se uno solo è il Padre vostro? Perché "maestri" se uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli? Perché persone "più sacre", "più consacrate" quando chi accoglie un solo bambino accoglie me e Colui che mi ha mandato? Perché dunque una schiera di persone "ontologicamente" così diverse dalle altre? E allora benedetta questa crisi. Perché non leggerla come un "segno dei tempi", segno che finalmente è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità, tempo di prendere sul serio il "distruggete questo tempio" che Gesù gridò nel cuore di Gerusalemme? Sì, distruggetelo per poi ricostruirlo. Ci vogliono otri nuovi. Non si versa vino nuovo in otri vecchi. Non occorrono né sacre istituzioni, né dogmi, né caste sacerdotali, ma solo poesia, bellezza e tanto coraggio, il coraggio di credere sempre e comunque che solo dove è l'amore, lì c'è Dio.

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