Le migliori poesie inserite da ROBERTO POZZI

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Scritta da: ROBERTO POZZI

Forse

Forse...

non sono
l'unico esemplare
una rarità da esibire
come reperto archeologico,
l'anacronistico simbolo
di una specie estinta,
la pecora nera
in un bianco gregge
la mosca bianca
tra le tante nere

e forse,
solo forse,
l'universo non è così infinito!

Non voglio
essere innamorato
soltanto dell'amore stesso
ma vivere la concreta versione,
credere nell'unica
vera certezza
della mia dannata esistenza:

io sono nato per amare!

Forse...

non sono così
diverso da te,

non posso
continuare a vivere
da solo,
aspettare l'alba
di ogni mattino

senza...
assaporare il respiro sensuale
del mio squisito amante

sentire l'umano calore
della sua morbida pelle

vedere nei suoi espressivi occhi
il mio amore per lui!
Composta giovedì 22 maggio 2014
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    Scritta da: ROBERTO POZZI

    Solitudine

    La parete della mia stanza
    è tinteggiata di quel bianco ottico
    impossibile da trovare nella natura,
    quel colore è lo stesso di sempre,
    non è mai cambiato in anni,
    piuttosto sono io
    che continuo a cambiare,
    senza accenno di un'imminente sosta:
    la mia ragione di essere
    è la mia evoluzione spirituale
    il nascere e il morire
    per la mia eternità
    sanno d'una lentissima condanna a morte
    anziché di una vita da invidiare!
    Purtroppo nessun mortale
    si può permettere la divina superbia
    di mercanteggiare il proprio destino,
    al massimo può remare contro corrente,
    ma alla fine rimane una causa inutile,
    già persa in partenza.
    L'unica cosa rimasta immutata
    nello scorrere del mio tempo,
    la costante del mio cambiamento
    è il mio sentimento della solitudine,
    quella maliconica emozione
    che non mi mai abbandonato
    in ogni momento della mia esistenza.
    Il fantasma del mio passato
    è sempre nel mio presente,
    sono io stesso che non lo lascio morire,
    lo mantengo in vita
    per non sentirmi
    completamente solo.
    La solitudine è sempre stata
    la mia cara dama di compagnia
    che ancora oggi mi intrattiene
    nel mio viaggio di sola andata!
    Non mi dispiacerebbe affatto
    fermarmi alla prossima fermata,
    scendere dal treno in corsa,
    per semplicemente godermi la vita,
    condividere la speranza dell'alba
    e lo splendore del tramonto
    su quella spiaggia dorata
    che vive nel mio immaginario
    da quando sono nato.
    Sentendo il tuo abbraccio su di me,
    smetto immdiatamente di combattere
    contro quel destino che non ho mai compreso,
    non ho nessun motivo di continuare questo mio percoso,
    ho già raggiunto il mio più bel sogno:
    ho realizzato me stesso,
    il mio autentico sé,
    sono arrivato alla mia meta,
    la sto vedendo nei tuoi occhi,
    in quello sguardo d'amore
    che sento dentro la mia anima
    so di non essere più solo!
    Composta martedì 29 ottobre 2013
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      Scritta da: ROBERTO POZZI

      Il giocattolo rotto

      Un giocattolo abbandonato,
      fra i tanti oggetti dimenticati,
      soffre in rigoroso silenzio
      il suo forzato esilio
      dal mondo dei balocchi.

      Non è stato molto fortunato,
      il suo compagno di giochi,
      pur morso dai motivi affettivi,
      l'ha rinchiuso in un anonimo scatolone
      di un'impolverata soffitta
      in attesa dell'inevitabile fine
      che prima o poi toccherà
      anche a lui!

      La sorte non è stata così clemente
      con il povero orsacchiotto di peluche
      purtroppo egli giace indecente
      nel bel mezzo di un mucchio di rifiuti
      delle poco attraenti isole di quartiere
      dell'ecologica spazzatura.

      A pezzi o tutto intero,
      poca conta,
      il rinnegato balocco
      è ormai diventato un oggetto inutile
      non si è meritato un posto da cariatide
      in qualche oscuro museo,
      è persino ignorato da tutti bambini:
      non è stato nemmeno riciclato
      in qualche casa del terzo mondo.

      L'unico scopo di vita
      a lui rimasto
      è la triste rottamazione,
      soltanto quella metterà fine
      all'interminabile calvario
      del suo triste abbandono.

      Nessuno vuole giocare
      con un giocattolo rotto,
      tutti vogliono uno nuovo,
      sempre più attraente,
      mentre lui è vecchio
      e non più divertente!

      Nessuno si prende la briga di salvarlo
      dal suo inesorabile fato,

      basta un piccolo gesto d'amore

      lo si può aggiustare,

      lo si può salvare,

      qualsiasi giocatolo rovinato
      dal gioco della vita

      può ancora rinascere...

      come il più bello
      di tutti i giocattoli
      del mondo!
      Composta giovedì 20 febbraio 2014
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        Scritta da: ROBERTO POZZI

        Il mondo in un sogno

        Un'altra notte buia
        nel deserto delle tenebre,
        il mio spirito non riesce più.
        a sopportare l'oscurità
        di un cielo senza stelle,
        il mio dolente cuore
        continua a sanguinare
        per la malvagità
        di un mondo
        sempre più
        surreale.

        Pur sentendo ancora
        quella cupa paura
        di riaprire i miei umidi occhi
        per non rivedere gli orrori
        del mio recente passato,
        in quel angolo remoto
        del mio santuario
        la mia rassicurante vocina
        mi sta supplicando di ascoltare
        le parole magiche appena scritte
        dal mio caro poeta maledetto.

        Mi succede di tanto in tanto,
        le emozioni mi trasportano
        alla sentita commozione,
        a seguito di bizzarri avvenimenti,
        mi lascio proprio andare
        alla santità dei veri sentimenti,
        lacrime d'empatica purezza
        sono cadute dal mio pallido viso
        sia per il doloroso addio
        di un travolgente disamore,
        che per la sublime proposta d'affetto
        che ho appena assaporato.

        Romantici versi stracolmi di speranza
        decantati dal mio gentile cavaliere
        non sono passati inosservati,
        hanno profondamente toccato
        in un solo battito del cuore
        il mio considerevole spirito,
        riaprendo i miei socchiusi occhi
        ho sognato
        il mondo intero
        in un singolo sogno!

        Sparita era la desolazione dell'anima,
        ormai stavo soltanto vivendo
        la gioia portata dalla saggia brezza
        dell'eterno cambiamento...
        ero sulla mia spiaggia dorata
        ad ammirare i raggi del sole
        che stavano sorgendo sulle onde
        dell'idillico oceano blu:

        la luce dell'Amore,
        stava di nuovo
        illuminando
        la nuova alba
        della mia ultima
        rinascita spirituale!
        Composta martedì 22 aprile 2014
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          Scritta da: ROBERTO POZZI

          La vergogna dell'amore

          A cosa serve
          sentirsi in colpa
          per sentirsi diversi
          da una normalità
          che non è mai esistita?

          Vivere un'esistenza dettata
          dalla falsa moralità
          creata dai padri eterni dell'inferno
          per sentirsi vivi!

          Nessuno in qualsiasi mondo
          non ha il diritto
          di giudicare l'amore,
          di rovinare l'esistenza
          di un altro essere umano,
          costringerlo a sentirsi un peccatore
          per chi desidera sorridere
          la mattina dopo!

          Inutile soffrire
          per delle bigotte credenze,
          è meglio dimenticare
          la vergogna degli altri
          e amare chi si desidera
          con tutta la propria anima!
          Composta sabato 27 settembre 2014
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            Scritta da: ROBERTO POZZI

            Il riflesso nello specchio

            Aprendo gli occhi socchiusi
            per non vedere quel mondo
            che non potevo permettermi
            neppure d'immaginare,
            ho finalmente vinto quella guerra
            contro la paura di vivere,
            anche per me è arrivato
            il momento di non piangere più
            ma di sognare la felicità
            oltre il vetro dello specchio,
            quello che aveva riflesso
            con distorta percezione
            una errata personalità
            che non mi è mai appartenuta!
            Quella immagine
            che vedevo riflessa
            non è mai stata mia,
            era un devastante risultato
            di un costruito perbenismo
            indottrinato da false divinità
            sin dalla nascita,
            adesso sono libero
            di essere,
            di diventare
            e di amare
            chi voglio
            soprattutto me stesso
            colui che mi sta scrutando
            al di là dello specchio
            dei miei pesanti pensieri,
            dietro le ombre più scure
            da me stesso create
            per non soffrire:
            il mio vero ed autentico io
            nel nuovo riflesso di luce
            dello mio solito specchio
            dell'anima!
            Composta martedì 21 maggio 2013
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              Scritta da: ROBERTO POZZI

              Today / Oggi

              Today
              is Not
              a good day
              to die...

              Even though
              you feel like it is,
              you are already dead
              inside!

              Today
              is only
              a good day
              to truly
              live!

              Today
              is that amazing day
              of your new present
              that looks with hope
              to an uncertain future
              finally burying
              a painful past
              where it should have been
              for quite sometime!

              Yes
              believe me,
              today
              is only a good day
              to live...
              once again!

              OGGI

              Oggi
              Non è
              un bel giorno
              per morire...

              Sebbene
              lo senti che sia,
              tu sei già morto
              dentro!

              Oggi
              è soltanto
              un bel giorno
              per vivere
              davvero!

              Oggi
              è quello straordinario giorno
              del tuo nuovo presente
              che guarda con speranza
              a un incerto futuro,
              finalmente sotterrando
              un doloroso passato
              che doveva già essere,
              da qualche tempo...

              Si
              credimi,
              oggi
              è un bel giorno
              per vivere...
              ancora!
              Composta lunedì 14 aprile 2014
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                Scritta da: ROBERTO POZZI

                Il prigioniero

                In questa stanza
                il prigioniero sono io,
                ma il carceriere sono altrettanto io!
                Quante volte ci ho pensato,
                ma non ci ho mai creduto,
                che sono io nella mia stanza
                con finestre inferriate,
                porte bloccate,
                e gambe incatenate
                al pavimento del mio passato.
                Così, incarcerato nella mia stanza,
                non riesco a scappare da questa opprimente stanza
                io sono prigioniero di me stesso,
                dellle mie paure,
                delle mie aspettative,
                della mia mente
                e quindi di me stesso
                e solo io stesso
                posso liberare me stesso!
                Solo io posso lasciare questa prigione, quando voglio,
                anche se non sempre lo voglio,
                mi manca l'aria,
                non sopporto più il dolore,
                sono stanco della tristezza,
                e del mio predestinato menù,
                voglio il mio desiderato menù
                dalla vita!
                Non ce la faccio più!
                Voglio solo uscire,
                da queste mura troppo chiuse
                alla ricerca di una vita meno stretta,
                un po' più aperta
                a non osteggiarmi
                ma accettarmi...
                Finalmente
                m'accorgo che ogni tipo di sbarramento
                è apparentemente
                scomparso
                mentre intravedo un spiraglio di luce,
                un barlume di speranza,
                un faro nelle tenebre dello mio spirito
                che sta illuminando il mio cammino
                verso il mio vero destino!
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                  Scritta da: ROBERTO POZZI

                  ACCETTARE SE STESSO

                  L'Accettazione di se stesso
                  e'un processo molto complesso,
                  personale
                  ed infernale
                  sia nella sua visione,
                  che nella sua realizzazione!
                  Accettare se stesso è un infinito percorso
                  alla ricerca di sé
                  e della propria personalità
                  dove il:
                  rispettare se stesso, ammettendo la propria inferiorità,
                  perdonare se stesso, comprendendo la propria oscurità,
                  credere in se stesso, confidando nella propria potenzialità,
                  riconoscere se stesso, acconsentendo alla propria amabilità
                  permette di volere bene a se stesso in quanto un'anima originale
                  e speciale,
                  degna d'essere,
                  d'esistere,
                  di vivere,
                  e d'amare
                  chiunque
                  e comunque,
                  senza alcun dunque,
                  se stesso!
                  Composta venerdì 10 agosto 2012
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                    Scritta da: ROBERTO POZZI

                    Non ero

                    Non ero che un adolescente,
                    quando mi soffermavo a rispondere alla gente
                    che mi chiedeva:
                    Ma ti piace vivere qua
                    in Canada?
                    Piuttosto che rispondere a quella domada,
                    così tagliente
                    ed inquietante,
                    avrei preferito essere trucidato,
                    ma dovevo essere un ragazzino educato,
                    disposto a rispondere
                    a una domada cosi'impertinente!
                    Non avevo alcuna scelta
                    e qualcosa dovevo dire,
                    bastava anche una bugia insignificante,
                    che sembrava conveniente
                    e convincente
                    per chiudere quell'indisponente discorso
                    e riprendere per il mio opprimente percorso;
                    ma i miei malconci pensieri
                    mi tradivano
                    e le risposte sfuggivano
                    perché erano tanti i ricordi repressi,
                    sempre gli stessi,
                    consci
                    o peggio inconsci,
                    che ritornavano ferocemente
                    nella mia mente
                    con vivide immagini di dolore
                    che non augurei neanche al mio nemico peggiore!
                    La sofferenza che vivevo in quel periodo
                    non era mai svanita,
                    e mi perseguitava dappertutto
                    perché non potevo fuggire,
                    non allora né adesso,
                    da me stesso
                    e da quella dolorosa nostalgia
                    a cui sarei ricorso perfino alla magia
                    per non pensare più a nulla!
                    Non ero cosi fortunato,
                    e nemmeno così dotato
                    di poteri divini
                    per evitare
                    d'immaginare
                    il mio paese natale!
                    Purtroppo,
                    era davvero troppo
                    la sofferenza,
                    che volevo dimenticare
                    di quando ero un tredicenne impaurito,
                    addormentato,
                    senza dubbio disadattato
                    ed soprattutto emarginato
                    in un altro continente ad abitare,
                    e sopportare
                    il mio stesso pianto
                    perché mi mancavano, ma tanto
                    il paese dove sono nato,
                    gli amici con cui avevo sempre giocato
                    e miei nonni che mi avevo sempre coccolato!
                    In Canada, anche se non ero solo,
                    e mi sentivo sempre solo
                    a pensare a dove ero,
                    e che non ero
                    a casa mia
                    in Italia!
                    Composta sabato 13 ottobre 2012
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