Le migliori poesie inserite da Gianluca Cristadoro

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Scritta da: Gianluca Cristadoro

Ricordi d'estate

Un saluto alla mamma,
maglietta e calzoncini indossati in tutta fretta,
Un marciapiede infuocato,
una fontanella quasi ad ogni angolo di strada,
profumo di pizza alle cipolle davanti al lungomare,
vento di salsedine e sguardi rilassati,
la nonna che mi prende per mano e mi accompagna sulla battigia,
castelli di sabbia e castelli in aria,
pensieri in libertà e vita spensierata,
nessun bisogno, nessun affanno.
Mondo incantato affossato dal tempo
Ricordi muti, affogati nelle sabbie mobili dell'anima.
Composta lunedì 15 luglio 2013
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    Scritta da: Gianluca Cristadoro

    Biancaneve e i sette nari

    Scrivon versi settenari,
    settenani con le mani,
    di diamanti e di miniere
    scrivon con le mani nere
    di fuliggin ricoperti
    scrivon senza esser scoperti
    da fanciulla che li aspetta
    nella gnomica casetta
    e che prima di mangiare
    li farà tutti lavare,
    non sapendo che così
    dalla storia toglie chi
    con poesie e poi filastrocche
    parla pure di albicocche,
    di animali e streghe orrende,
    fate, maghi e di merende.

    Non più scrivon sette nani,
    settenari con le mani.

    Tanto più che di quei versi
    poi scoprirono d'un botto
    a rifletterci un po' persi
    che le sillabe son otto!
    Composta lunedì 9 settembre 2013
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      Scritta da: Gianluca Cristadoro

      Confusioni religiose

      Minge il Ming imperatore
      dentro al Gange per tre ore
      e di giallo un po' lo tinge
      poi si pente e solo piange.

      Parla il Brama con la Sfinge
      Quella muta non risponde
      da piramidi e da sponde
      del gran fiume. Forse finge!

      Oppur sol, semplicemente
      le duol molto la laringe.
      Tanto più che amabilmente
      porge al dio che si dipinge

      tre quesiti sul papiro
      per portarlo un poco in giro.
      Quello per tutta risposta
      dice "No! Me lo fai apposta!"

      E solingo se ne torna
      a bramar d'aver le corna
      nella terra sua natia
      e sentir la litania

      del fachiro e del bramino
      del raja e poi del rabbino
      di tre pope e del prelato
      che rimangon senza fiato

      a girare tutt'intorno
      al Totem di foglie adorno
      finché sopraggiunge Budda
      a mangiar... la pastasciudda!
      Composta lunedì 9 dicembre 2013
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        Scritta da: Gianluca Cristadoro

        Parole

        Le parole
        sono stille di vita.
        Il brulicare impazzito di formiche
        che annusano cibo.
        Le gocce di pioggia di nubi cariche
        a stento trattenute,
        d'un tratto scroscianti copiose
        su terre arse dal sole e dal tempo.
        Le parole
        seducono indulgenti i poeti e
        se ne stanno lassù ad osservarli,
        attendendo pazienti.
        Le parole
        sono frammenti di un mosaico
        di pensieri smarriti
        per caso raccolti da anime gentili.
        Sono i vagoni deragliati
        del mio treno senza meta.
        Le stelle variopinte
        di un cielo generoso e sognante.
        Gli amori pronunciati al vento
        e negati all'amore.
        Composta mercoledì 8 gennaio 2014
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          Scritta da: Gianluca Cristadoro

          Alessandra tutto pepe

          Lei rimbalza come palla,
          salta gira e si rivolta,
          Non è rossa e non è gialla,
          di energia né ha certo molta.
          Alessandra Lei si chiama,
          la mia bimba birichina,
          sia vestita che in pigiama,
          è una birba di bambina.
          Strilla spesso e mena pugni,
          se qualcuno la rimbrotta,
          mette su dei bei mugugni,
          se dalla stanchezza è cotta.
          Questo a parte, è meraviglia
          di dolcezza disarmante
          e un sorriso che ti piglia
          e ti arriva in un istante
          fino al cuore mio che muore
          di un eterno amor paterno
          che ti abbraccia con calore
          e in estate muta inverno.
          Se il mangiare è un po’ una pena,
          proverò un po’ a darmi pace,
          se un bel dì una sera a cena
          mi dirai “Papà, mi piace!”
          Dormi dormi mio tesoro
          dormi dormi nel tuo letto
          con lo sguardo che io adoro
          che mi par d’un angioletto!
          Composta giovedì 20 dicembre 2012
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            Scritta da: Gianluca Cristadoro

            Poeti e lacune

            Leggo Saffo e mi fa un baffo.
            Con Catullo mi trastullo.
            Se con Saba tiro all'alba
            di Montale me ne cale.

            Penna poi il lirismo impenna
            mentre la Merini insegna.

            Per non dire poi di Dante
            sommo il verso e virtù tante.

            Di poeti folta schiera
            leggo da mattina a sera.

            Ma riuscire ad imitarli
            non riesce senza tarli
            e lacune risanare
            del mio umile poetare.
            Composta venerdì 25 ottobre 2013
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