Poesie inserite da Gabriella Stigliano

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Scritta da: Gabriella Stigliano
Non so come tu canti, mio signore!
Sempre ti ascolto
in silenzioso stupore.
La luce della tua musica
illumina il mondo.
Il soffio della tua musica
corre da cielo a cielo.
L'onda sacra della tua musica
irrompe tra gli ostacoli pietrosi
e scorre impetuosa in avanti.

Il cuore anela di unirsi al tuo canto,
ma invano cerco una voce.
Vorrei parlare, ma le mie parole
non si fondono in canti
e impotente grido.
Hai fatto prigioniero il mio cuore
nelle infinite reti
della tua musica.
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    Scritta da: Gabriella Stigliano
    Il mio canto ha deposto ogni artificio.
    Non sfoggia splendide vesti
    né ornamenti fastosi:
    non farebbero che separarci
    l'uno dall'altro, e il loro clamore
    coprirebbe quello che sussurri.

    La mia vanità di poeta
    alla tua vista muore di vergogna.
    O sommo poeta,
    mi sono seduto ai tuoi piedi.
    Voglio rendere semplice e schietta
    tutta la mia vita,
    come un flauto di canna
    che tu possa riempire di musica.
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      Scritta da: Gabriella Stigliano
      Quando a notte vado sola al mio convegno d'amore,
      gli uccelli non cantano, il vento non soffia,
      le case ai lati della strada sono silenziose.
      Sono i miei bracciali che risuonano a ogni passo,
      e io sono piena di vergogna.

      Quando siedo al balcone e ascolto per sentire
      i suoi passi, le foglie non stormiscono sui rami,
      e l'acqua del fiume è immobile come la spada
      sulle ginocchia d'una sentinella addormentata.
      È il mio cuore che batte selvaggiamente -
      e non so come acquietarlo.

      Quando il mio amore viene e si siede al mio fianco,
      quando il mio corpo trema e le palpebre s'abbassano,
      la notte s'oscura, il vento spegne la lampada,
      e le nuvole stendono veli sopra le stelle.
      È il gioiello al mio petto che brilla e risplende.
      E non so come nasconderlo.
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        Scritta da: Gabriella Stigliano
        Sono irrequieto.
        Sono assetato di cose lontane.
        La mia anima esce anelando
        di toccare l'orlo
        dell'oscura lontananza.
        O Grande Aldilà,
        oh, l'acuto richiamo del tuo flauto!
        Dimentico, sempre dimentico,
        che non ho ali per volare.
        Sono impaziente e insonne,
        sono straniero in una terra straniera.
        Il tuo alito mi giunge sussurrando
        una impossibile speranza.
        Il mio cuore comprende il tuo linguaggio
        come fosse lo stesso ch'egli parla.
        O Lontano-da-cercare,
        oh, l'acuto richiamo del tuo flauto!
        Dimentico, sempre dimentico,
        che non conosco la strada,
        che non ho il cavallo alato.
        Non c'è nulla che desti il mio interesse,
        sono un vagabondo nel mio cuore.
        Nella nebbia assolata delle languide ore,
        quale visione grandiosa
        prende forma nell'azzurro dei cielo!
        O Meta Lontanissima,
        oh, l'acuto richiamo del tuo flauto!
        Dimentico, sempre dimentico,
        che tutti i cancelli sono chiusi
        nella casa dove vivo solitario!
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          Scritta da: Gabriella Stigliano

          Non mi accorsi del momento

          Non mi accorsi del momento in cui varcai
          per la prima volta la soglia
          di questa vita
          Quale fu la potenza che mi schiuse
          in questo vasto mistero
          come sboccia un fiore
          in una foresta a mezzanotte?
          Quando al mattino guardai la luce,
          subito sentii che non ero
          uno straniero in questo mondo,
          che l'inscrutabile, senza nome e forma
          mi aveva preso tra le sue braccia
          sotto l'aspetto di mia madre.
          Così, nella morte, lo stesso sconosciuto
          m'apparirà come sempre a me noto.
          e poiché amo questa vita
          so che amerò anche in morte.
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            Scritta da: Gabriella Stigliano

            Vita

            Non so
            cosa vogliono da me questi alberi
            questi vecchi angoli di strada
            da essere così miei solo guardandoli un istante.

            Ah! Se mi chiederanno documenti là dall'Altro Lato,
            estinte le altre memorie,
            potrò mostrare i fogli sparsi di un album di immagini:

            qui una pietra levigata, lì un cavallo immobile
            o
            una
            nuvola smarrita
            smarrita.

            Mio Dio, che modo strano di raccontare una vita!
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              Scritta da: Gabriella Stigliano

              IO

              Son forestiera in questa terra
              che giace profonda sotto il mare pressante,
              lo sguardo del sole penetra con raggi spirali
              e l'aria mi scorre tra le mani.
              Mi dissero che ero nata in cattività -
              qui non c'è nessun volto familiare.
              Ero forse un sasso che qualcuno ha gettato qui sul fondo?
              Ero forse un frutto troppo pesante per il ramo che lo sosteneva?
              Sono qui in agguato ai piedi dell'albero che mormora,
              come fare per risalire i lubrici tronchi?
              Lì in cima convergono le ondeggianti corone,
              lì voglio sedermi e sbirciare
              il fumo che sale dai comignoli della mia terra.
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                Scritta da: Gabriella Stigliano

                La semplicità-vento

                La semplicità è mettersi nudi davanti agli altri.
                E noi abbiamo tanta difficoltà ad essere veri con gli altri.
                Abbiamo timore di essere fraintesi, di apparire fragili,
                di finire alla mercé di chi ci sta di fronte.
                Non ci esponiamo mai.
                Perché ci manca la forza di essere uomini,
                quella che ci fa accettare i nostri limiti,
                che ce li fa comprendere, dandogli senso e trasformandoli in energia, in forza appunto.
                Io amo la semplicità che si accompagna con l'umiltà.
                Mi piacciono i barboni.
                Mi piace la gente che sa ascoltare il vento sulla propria pelle,
                sentire gli odori delle cose,
                catturarne l'anima.
                Quelli che hanno la carne a contatto con la carne del mondo.
                Perché lì c'è verità, lì c'è dolcezza, lì c'è sensibilità, lì c'è ancora amore.
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