Le migliori poesie inserite da Gabriella Stigliano

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Scritta da: Gabriella Stigliano

I poeti lavorano di notte

I poeti lavorano di notte
quando il tempo non urge su di loro,
quando tace il rumore della folla
e termina il linciaggio delle ore.

I poeti lavorano nel buio
come falchi notturni od usignoli
dal dolcissimo canto
e temono di offendere Iddio.

Ma i poeti, nel loro silenzio
fanno ben più rumore
di una dorata cupola di stelle.
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    Scritta da: Gabriella Stigliano
    Non so come tu canti, mio signore!
    Sempre ti ascolto
    in silenzioso stupore.
    La luce della tua musica
    illumina il mondo.
    Il soffio della tua musica
    corre da cielo a cielo.
    L'onda sacra della tua musica
    irrompe tra gli ostacoli pietrosi
    e scorre impetuosa in avanti.

    Il cuore anela di unirsi al tuo canto,
    ma invano cerco una voce.
    Vorrei parlare, ma le mie parole
    non si fondono in canti
    e impotente grido.
    Hai fatto prigioniero il mio cuore
    nelle infinite reti
    della tua musica.
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      Scritta da: Gabriella Stigliano

      Quando il pensiero

      Quando il pensiero di te mi accompagna
      nel buio, dove a volte dagli orrori
      mi rifugio del giorno, per dolcezza
      immobile mi tiene come statua.
      Poi mi levo, riprendo la mia vita.
      Tutto è lontano da me, giovanezza,
      gloria; altra cura dagli altri mi strana.
      Ma quel pensiero di te che vivi,
      mi consola di tutto. Oh tenerezza
      immensa, quasi disumana!
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        Scritta da: Gabriella Stigliano

        Non disprezzare il poco

        Non disprezzare il poco, il meno, il non abbastanza
        L'umile, il non visto, il fioco, il silenzioso
        Perché quando saranno passati amori e battaglie
        Nell'ultimo camminare, nella spoglia stanza

        Non resteranno il fuoco e il sublime, il trionfo e la fanfara
        Ma braci, un sorso d'acqua, una parola sussurrata, una nota
        Il poco, il meno il non abbastanza.
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          Scritta da: Gabriella Stigliano

          Ora che sale il giorno

          Finita è la notte e la luna
          si scioglie lenta nel sereno,
          tramonta nei canali.

          È così vivo settembre in questa terra
          di pianura, i prati sono verdi
          come nelle valli del sud a primavera.
          Ho lasciato i compagni,
          ho nascosto il cuore dentro le vecchie mura,
          per restare solo a ricordarti.

          Come sei più lontana della luna,
          ora che sale il giorno
          e sulle pietre bette il piede dei cavalli!
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            Scritta da: Gabriella Stigliano

            Il ricordo

            Quando per un mortale il fragore
            del giorno cessa e sulla muta città
            l'ombra traslucida della notte
            e il sonno che ristora scende già,
            allora per me s'insinua nel silenzio
            il tempo del penoso vegliare:
            e nell'inerzia notturna, della serpe
            del cuore sento i morsi bruciare.
            I sogni fervono e da gravi pensieri
            è oppressa allora la mia mente.
            Il tacito ricordo davanti a me
            il suo lungo rotolo distende,
            e con disgusto leggendo la mia vita,
            amaramente piango e mi deprimo,
            amaramente tremo e maledico,
            ma i tristi versi non sopprimo.
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              Scritta da: Gabriella Stigliano
              Quando a notte vado sola al mio convegno d'amore,
              gli uccelli non cantano, il vento non soffia,
              le case ai lati della strada sono silenziose.
              Sono i miei bracciali che risuonano a ogni passo,
              e io sono piena di vergogna.

              Quando siedo al balcone e ascolto per sentire
              i suoi passi, le foglie non stormiscono sui rami,
              e l'acqua del fiume è immobile come la spada
              sulle ginocchia d'una sentinella addormentata.
              È il mio cuore che batte selvaggiamente -
              e non so come acquietarlo.

              Quando il mio amore viene e si siede al mio fianco,
              quando il mio corpo trema e le palpebre s'abbassano,
              la notte s'oscura, il vento spegne la lampada,
              e le nuvole stendono veli sopra le stelle.
              È il gioiello al mio petto che brilla e risplende.
              E non so come nasconderlo.
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