Scritta da: Elia Matteucci

il Lupo

Tu che vivi nei boschi,
libero,
tra fichi e ulivi.

Ma come vivi?
Fiero,
in preda ai rischi:

avvelenato con cibo corrotto,
nascondendoti dietro il gelso rotto
per non esser preso,
correndo sempre più veloce
per offendere o per non esser offeso,
fuggendo da una morte precoce.

Ma tu sei un animale furbo e con artigli e denti
ti muovi nella notte, invisibile come un camaleonte
e proteggi la tua tana,
la tua fonte,
da essa trai vita sana
e di fronte ai problemi non ti lamenti.

Corri,
caccia,
procura il cibo ai tuoi figli e percorri
la tua strada mostrando la tua terribile boccaccia.
Che i discendenti siano belli e forti,
veloci ai violenti urti
dei fucili dirompenti e ardenti.

È qui, è l'uomo ti ha scoperto,
scappa svelto,
ha un bastone di frassino,
proteggi il branco dall'assassino
combatti, oh lupo;
salta e sbranalo,
gettalo in un dirupo
oppure strappa la carne e divoralo,
usa la pelle per ripararti dal vento,
perché al venir meno del tuo talento
il malvagio animal non perdona
e nessuna pena ormai condona.

Quanto sei fiero e bello,
oh lupo, che stai nell'oscuro ostello.
Tu imponente e forte,
non temi la terrificante sorte,
anima innocente,
molestata per niente.
Ti invidio e ti compiango,
sei il mio eroe,
il mio oboe,
e queste strofe faran il tuo onore
finche combatterai sarai
sempre preda e predatore,
e anche se morrai
sempre vincerai.
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    Scritta da: Elia Matteucci

    le catene eteree

    Ogni uom fu al fronte
    Perché fossero rotte
    Le catene antiche,
    che, come le formiche
    in balia del formichier,
    arrugginite e gravi ci imprigionano il pensier.

    Quante spade abbiamo preso,
    quanto sangue freddo è stato speso.
    Eppure, tutte quelle ferree catene
    Son sempre rimaste a portare altre pene;
    poiché quaggiù libertà l'uomo non ottiene,
    finché il diabolico angelo,
    re d'ogni fantasma e convenzione,
    non farà uscire alcun uccello
    dalla gabbia dell'oppressione:
    la gabbia che ogni sentimento uccide
    ed uomo, fratello e amante divide.

    Ma poiché uno schiavo schiavista,
    che sbarrando è il primo offeso della lista,
    altro non vede che prigione,
    mai troverà la giusta chiave o pista,
    per liberarsi dalla stretta diabolica cella
    dell'ignorante e vuota abitudine,
    alla quale, priva d'ogni ragione,
    ogni poeta, filosofo, ed eroe di ribella.
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