Poesie inserite da Dario Pautasso

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Scritta da: Dario Pautasso

Occhi tristi, occhi di cane

Quando la mia mano,
cauta,
cerca il tuo vello
in un buffetto veloce,
la tua bocca
mordendo l'aria in rapidi schiocchi,
mi dice che no,
ancor non ti fidi.

Non è importante, occhi tristi,
occhi di cane,
se ti ho salvato,
se per questo mi ami,
se mi cerchi, poggiando
la tua zampa nella mia mano.
Se mi segui anche dove
i ricordi ti fan tremare.

Oppure, se da spiragli di finestre
con lo sguardo e l'udito,
tacito e immoto mi fiuti per ore,
nel mio sordo lavorare,
per riaccompagnarmi finalmente
alla mesta nostra casa
in un brusio di gaiezza.

Se infine, accasciandoti
presso il tiepido uscio,
con occhi opachi di vecchiaia
mi guardi determinato:
mi rassicuri della tua
guardia certa.

No. Non importa.
Perché ancora l'umanità ti spaventa;
ora che sei vecchio, amico,
ancora noi umani siamo bestie feroci.
Ed io, uomo, ho fallito:
la tua tristezza si fa mia.

Mi accascio e ti abbraccio
e tu non capisci,
o forse sì,
occhi tristi,
occhi di cane.
Composta mercoledì 11 febbraio 2015
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    Scritta da: Dario Pautasso

    Daccapo

    Occhi d'un cielo d'inverno,
    iridi smeraldine, ghirlande lucenti:
    m'avvolgono.
    Accasciarmi e risalire
    al loro scintillio
    è un po' la mia vita.
    Così mi geli
    infinito ghiacciaio di pace.
    Così m'accendi
    sole verde, basso,
    sole d'alba.

    Labbra vermiglie, labbra di carne viva
    attendono silenziose, vibranti
    come un taglio di luna rossa.
    Aspettano labbra più sciatte
    ma più coraggiose nel venirgli appresso.
    Le accolgono.
    Labbra di lampone, ruvide
    vellutate,
    scelte da mano d'artista.
    Labbra nere di cera intiepidita.
    Labbra che odorano di vento
    e di ciliegia scura.
    Le cerco tra le trame del viso.
    Le prendo. Le assumo.
    Medicina dell'animo, veleno
    del mio cuore
    frettoloso.

    Alle volte ti cerco tutta intera
    e la tua espressione volubile,
    mutevole di volta in volta,
    mi rende cieco.
    Sono qui – mi dici.
    Eppur dev'essere un altro amore
    che sto avvicinando.
    Una forma nuova,
    un pensiero del tutto diverso.

    È bellezza – mi dice qualcuno
    - vive di metamorfosi.
    Va bene, di nuovo m'accascio
    e risalgo.
    Come daccapo.
    E tu sei la stessa.
    Composta giovedì 29 gennaio 2015
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      Scritta da: Dario Pautasso

      Borderline

      Io, io vengo giù dal cielo,
      lucente come un lampo
      che subito ritrae le braccia infuocate
      in un tacito brontolio.
      Colmo i vostri occhi accecati.
      Spalanco le vostre labbra gelate.

      Ma non è che un attimo,
      un gesto folle di vita,
      una danza dissennata e potente:
      chi guarda in alto si commuove,
      qualcun altro applaude,
      qualcuno esulta perfino.

      Ma non basta un attimo, no.
      Non basta il vostro plauso.
      Sono ancora dietro le nuvole
      sono di nuovo nascosto nel buio,
      sospinto dalla tempesta.
      Composta domenica 18 dicembre 2011
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        Scritta da: Dario Pautasso

        Come si fa?

        Spiegamelo tu: come si fa a dirsi addio
        quando si era così prossimi da sfiorarsi l'animo?
        Come si fa?
        Come si fa a sciogliere questo nodo
        di fune grande come un braccio?
        Come si fa?
        Quando nel sonno le tue mani mi toccavano la schiena
        in un sogno che non dovevo permettermi
        e che per questo era il più bello?
        Dimmi come!
        Come si fa a gettare a mare
        un pensiero che riflette sempre il tuo sole enorme
        nei miei occhi troppo scuri?
        Io non lo so. Non lo so.

        Come faccio se quando penso,
        è la tua immagine
        che mi solleva o mi abbassa?
        Come si fa?
        Come si fa se mentre inseguo un sogno
        ti incontro lungo una strada comune... così
        caparbia, sensibile, giocosa.
        Una mano sotto il mento e l'occhio glauco
        rivolto oltre i soliti spazi?

        Come si fa a chiamare tutto illusione
        se quello che vivo è così reale.
        Perché se anche non sarò presente
        quando ti guarderai nuda davanti allo specchio
        alla ricerca di un passaggio di vita
        e sentirai un soffio di vento oltre le spalle,
        sarà il fiato della mia anima
        che in te riposa.

        Ora non temermi. No!
        Non temere che possa gravare sulla tua bellezza:
        perché la tua vita è la vita Tua,
        sacra la sua indipendenza,
        infinita la sua libertà.

        Eppure ricorda,
        quando cammini veloce
        presa dai tuoi pensieri
        quando ti fermi esausta
        quando ti sollevi
        quando ti riadagi
        quando danzi
        quando ridi e quando piangi.
        Quando ami...
        ... io silenzioso
        sono in te.
        Composta giovedì 22 gennaio 2015
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          Scritta da: Dario Pautasso

          Non adesso

          Ti dicono alzati
          Ti dicono di sorridere
          Ti dicono la vita è bella!
          Ti dicono un seme muore per ridare vita...
          Hanno gran voce e non fanno nulla, nulla.
          Portano via ratti ratti i loro bambini
          Che guardano un uomo che soffre:
          "non è bene che vedano piangere, capisci"
          S'arrabbiano, "smettila di piagnucolare!"
          Ti dicono, "ehi anche io sono a pezzi"... sai:
          Le tasse da pagare, il mutuo, la cucina nuova
          Mentre tu hai la morte nel petto
          Ed infinite ghirlande d'universo si sfilacciano
          Al suono troppo forte della vita che ti circonda
          e ruota sulle strade infinite del mondo.

          Ti dicono alzati
          Ti dicono di sorridere
          Ti dicono la vita è bella
          Poi ti lasciano solo, disteso, sfinito, morto
          Come una corteccia avviluppata dal tempo
          Come un fiore di gelido vento
          Come uno squarcio di luce verde in un tempio,
          Hanno adempiuto al loro dovere:
          hanno gettato le loro frasi circostanziali.
          Amico, se non capisci, non ti biasimo
          Non è facile. Ma risparmiami tutto questo.
          Leggimi un libro che parli leggero
          Di spazi comprensibili e finiti
          Di visi normali, di sorrisi corretti.
          Suonami la tua vecchia chitarra
          Sposta quest'aria di malattia con note
          Più gentili. Non a me l'Ipocrisia.
          Non adesso.
          Composta venerdì 18 giugno 2010
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            Scritta da: Dario Pautasso

            Dietro una siepe

            Ho paura sai?
            La vita ti percorre lungo troppe vie
            che non posso conoscere:
            alcune sembrano scendere buie
            in un intimo di riflessi
            altre scorrere limpide
            sulla tua pelle perlacea di giovinezza.

            Così, talvolta, le mani
            s'intrecciano sconosciute, nel sonno,
            in desideri evanescenti,
            foss'anche per un solo vaneggio
            di splendore.

            Perdoniamoci.

            Dimmi: dove vai quando sparisci?
            Riposi forse sui tuoi pensieri,
            oppure ti sollevi caparbia
            al di là delle loro dune maestose?

            Se fossi prensile come suolo
            potrei provare a comprendere
            il tuo sapore agreste,
            Ma sei cielo,
            le tue iridi si fondono
            al mare in risacca:
            non è facile trattenerti.

            Ah, un giorno avrò scarpe
            per percorrere tutti i tuoi sentieri
            e l'infantile calma
            per giacere nell'incavo
            dei tuoi palmi gentili. Chissà.

            Guarda fuori, le stelle già ci chiamano
            al loro vespertino altrove
            nella buia caverna dei nostri segreti
            troppo grandi, maestosi, intimi.
            T'allontani ancora Occhi di giada?

            Sì, danza, sulle galassie
            sì, danza
            un ultimo canto d'allegria
            con nuda meraviglia,
            e il mio occhio fermo sulla nuda terra
            solleva oltre l'inconcepibile.

            Sì, danza!
            Ti guarderò ascoltando l'ultimo gorgheggio
            d'uccello
            nell'imbrunire vasto della notte
            che oscura il mio sguardo
            mentre l'amore attende
            silenzioso
            dietro una siepe.
            Composta mercoledì 19 novembre 2014
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              Scritta da: Dario Pautasso
              Ogni tanto sorge il sole
              E mi trova ancora sgomento
              S'insinua nelle palpebre
              Mi abbaglia mentre è ancora notte
              Dentro.

              Sarà un sole pallido
              Ma c'è,
              Ed è come scivolare nella meraviglia
              Come portare in seno dei fiori
              Freschi
              Di campo
              Da donare a chi vuoi bene.

              Ogni tanto sorge il sole
              Quando è ancora notte
              Ed io piango di commozione
              Nel vapore di quei fiori
              Odorosi
              Di campo.

              Ecco: la notte celere
              Fa ritorno
              Ricompare quando il sole è ancora alto
              Giunge senza parola
              Meschina
              Fredda
              Ammaliatrice.

              Fa ritorno mentre il sole mi fissa
              Mi avverte "adesso fermati"
              Mi osserva, la notte,
              Severa e forte
              Ed io mi fermo
              Col sole dritto in faccia.
              Taccio.
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                Scritta da: Dario Pautasso

                Un nuovo filo

                Sospinti da imprevedibili venti
                Vorticano pensieri
                Poggiandosi talvolta su cime di presunte
                Certezze
                Talvolta ancora scivolando nell'aere
                Instabile.
                Come semi di soffioni
                Come polvere inquadrata da un raggio
                Di sole
                Si sollevano
                Dolcemente alti,
                Quindi nuovamente riposano al suolo
                Taciti,
                Tremanti.
                Attendono un nuovo filo di brezza
                Che si lasci cavalcare
                Coraggiosamente.
                Composta mercoledì 1 ottobre 2014
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                  Scritta da: Dario Pautasso

                  La notte

                  La Notte ha un suono azzurro
                  come il mare.
                  I pensieri a lungo taciuti
                  s'inerpicano alti come trame di rovi.
                  S'accendono lumi che la luce del giorno
                  non conosce.

                  Nel buio sono solo
                  solo mio.
                  Mi possiedo interamente
                  come un abbraccio.

                  La Notte è piena, pigra, inerte, ferma:
                  s'infrange adagio
                  in orde di canti antichi.

                  Nel buio sono io
                  completamente.
                  Il mio corpo non proietta ombre
                  non si separa:
                  è fedele a se stesso.

                  La Notte ha il sapore rotondo
                  di un labbro socchiuso.
                  Scende in fondo
                  nei miei anfratti più scuri...

                  ... borbotta, infine
                  tace.
                  Composta mercoledì 23 aprile 2014
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