Poesie inserite da Dario Pautasso

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Scritta da: Dario Pautasso

Ieri

Ieri ti ho scritto una lettera
Che ho buttato via

Avrei voluto dirti della paura:
Di questa foglia gialla
che crocchia poco a sud del cuore,
Del guscio che si dischiude,
Dell'urto che frange lo steccato.

Ho scritto piano:
Ho indugiato sulla L
E sul verso cupo della O,
perché sentissi che era vero.

Mi chiedo se avresti sorriso
Della mia mia ridicola grafia
O di questo travaglio del cielo
E del ronzio che l'accompagna.

Ti ho scritto una lettera
Che ho buttato via

Ti parlavo dell'onda che rumina
nel gorgo,
Della fiera che arranca.
Di questi occhi stanchi d'essere occhi,
Di una voce che non parla.

Sopra gli spazi
Ben al di là del mio sguardo
Ero io:
Con questa faccia che è la mia
Pallida come il palmo di una mano
Lo sguardo mormoro.

Ieri ti ho scritto una lettera:
L'ho buttata via.
Composta giovedì 20 gennaio 2022
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    Scritta da: Dario Pautasso

    Nessuno me lo chiede più

    Mi aspetto che qualcuno me lo dica
    Che sono superficiale
    Col mio capo piegato sulle sbarre
    E gli occhi vuoti assolti solo per pietà.

    Che se il sole acerbo di dicembre
    Ritaglia parallelepipedi di neve
    A me non riesce ad importare
    Che questi sussurri di bellezza
    D'occhi che cercano occhi
    Non posso guardarli, e non li vedo.

    Mi aspetto il dito puntato
    Mentre mi piego sul taglio
    Dei miei pensieri
    Con l'egoismo efferato di uno strazio perfetto.

    Me lo aspetto ma non arriva più.
    Nessuna accusa d'indolenza
    Forse appena il taglio amaro di un labbro tirato
    Di compassione
    Qualcosa che mi chiede di essere altrove.
    Nulla più.

    Sto qui.
    Senza dita puntate
    con i miei occhi che non possono guardare occhi,
    Piegato sulle sbarre
    Egoista sublime del dolore
    E nessuno me lo chiede più.
    No.
    Nessuno me lo chiede più.
    Composta lunedì 30 novembre 2015
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      Scritta da: Dario Pautasso

      La canzone del ritorno

      Certe sere raggiungiamo la casa
      Come da lunghi viaggi
      Mai intrapresi.
      Ci pare estranea la collocazione degli oggetti.
      Alcuni mai li abbiamo conosciuti.
      Rincorriamo ritagli di luce sulle pareti
      O la solida tangibilità delle cose note.
      Invano.

      Il gatto che ci cerca
      Nel suo brontolio di tenerezza
      Ha sfumature che non ricordiamo.
      Una nostalgia di parole immaginate
      Satura lo spazio
      Come una saudade antica
      Una miope nostalgia.

      Ora la luna riaccende uno sguardo
      Mai scambiato con alcuno
      Ora le stelle disegnano spazi
      Di tempi mai esistiti
      Ora la memoria ringiovanisce
      Passioni congelate in ere differenti.

      Così viviamo due vite
      Mano nella mano con noi stessi
      I pensieri altrove
      Lontani
      Scompigliati da uno stesso vento.
      Composta giovedì 21 aprile 2016
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        Scritta da: Dario Pautasso

        Un duetto per uno soltanto

        Lasciai sollevare ogni emozione
        Come un volo di impavidi pulcini
        Ed esse, sicure, si appoggiarono ai miei soffitti
        Nude come semi di girasole
        Bianche come mani fredde.

        Per giorni non seppi che vedere con gli occhi
        Tutto era così oscuro e saggio

        Non provare più nulla - diceva la carogna in sogno
        E ci sarà solo un vulcano di sofferenza -

        Mi chinai a raccogliere un pensiero
        Tra i lacci aggrovigliati delle mie basse maree
        Ad uno ad uno si prestarono ancora tutti
        Ridiscendevano nell'incavo
        Come petali rossi, affocati...
        Chi alla bocca, chi alle mani
        I miei occhi li osservavano
        Le mie narici li fiutavano.

        Rinvenni ricco e tragicamente sconfitto
        Ogni cosa al suo posto
        Dio - urlai. Spegnate tutto questo
        Sollevate la mannaia! -

        Un sole, basso come una stella
        Mi chiamò dalla collina...
        Un secondo.
        E il mio stomaco tornò a torcersi.

        Come da millenni.
        Composta lunedì 21 dicembre 2015
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          Scritta da: Dario Pautasso

          Normale

          Quando hai paura e non sai perché
          quando tutto ti infastidisce
          quando un cruccio diventa un peso insopportabile
          quando cerchi tenerezza senza voler rinunciare alla tua solitudine
          quando anche alzarsi è una fatica troppo grande
          beh, in quei casi, sì, sei normale.

          Sei normale se soffri d'amore fino a tremare
          se il petto ti si chiude per una sconvenienza
          che chiunque giudicherebbe leggera
          ma non tu.
          Non sei normale se tutto questo non accade
          se procedi sempre sicuro sulle macerie, dico
          no! Non sei normale.
          Se non piangi, se non urli, se non scuoti le fronde
          pesanti dei tuoi pensieri
          dimmi tu, come ti senti?

          Se in certi momenti vorresti sparire
          se in altri morire
          ecco, io dico, è normale anche questo.

          Se desideri mostrarti al mondo mentre tutt'attorno
          esplodono le bombe
          ti pare normale?

          Fai di te il meglio che puoi
          ma, Dio, lascia perdere i confronti:
          non è normale.
          Composta sabato 13 giugno 2015
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            Scritta da: Dario Pautasso

            Buio e miele

            Dipingi ancora le mie giornate
            con la pennellata lieve delle tue
            mani nelle mani mie.
            Non ti chiedo molto per
            ritrarre un po' di colore, vedi?

            Lanciami nell'incompresa speranza
            e se devi raccogliermi pulcino
            qualche volta, non temere!
            Io saprò ancora volare
            nel tuo incondizionato abbraccio.
            Volerò un po' più alto,
            o un po' più basso.
            Ma volerò, e tu con me.

            Perché il petto si chiude al bello, talvolta.
            Sì, lo ammetto, talvolta, si chiude.
            E mi devo concedere solitario
            alla lotta eterna dell'io.

            Amore, non voltiamo più le spalle
            all'incompreso. Siamo uccelli, siamo gialli girasoli,
            volti al sole nel giorno più bello.
            Non tutto può essere ammissibile alla mente.
            Ragiona sul sentimento e avrai scordato il sentimento.

            Facciamo di mille errori grano per per le stagioni buie
            e non sperpero di gioia,
            non abbattimento di volontà.

            Facciamo sbocciare fiori
            dove tutti si aspettano il freddo dell'inverno,
            nelle lande dove apparirebbe impossibile,
            lasciamo intercorrere un fascio di luce
            tra i nostri visi che, giocosi,
            tornano a specchiarsi.
            Occhi tuoi nei miei.
            Cielo e terra.
            Composta lunedì 31 agosto 2015
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              Scritta da: Dario Pautasso

              La mia tristezza

              Prova a chiedere ad un bambino
              cosa non vada,
              perché stia piangendo:
              allargherà le braccia,
              scuoterà la testa,
              piangerà, dirà: "non lo so",
              "ho paura".

              È la tristezza.

              Io talvolta mi aggiro
              muto come una tomba,
              le gambi tremanti.
              "Cosa c'è che non va?".
              "Sono un bambino", vorrei dire.
              Ma allargo le braccia,
              e sussurro "ho paura".

              È la mia tristezza.
              Composta giovedì 16 luglio 2015
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                Scritta da: Dario Pautasso

                I miei ricordi

                Se volete sapere come la ricordi
                non cercate nei miei pensieri
                cercate nel futuro della mia nostalgia.
                Lì, al cader del sole
                vedrete una mano quasi tonda
                quasi impubere
                portare un dito di capelli
                dietro l'orecchio involuto e sereno.
                Un fiore vi germoglierà
                tra d'immezzo
                giallo come un ranuncolo selvatico.

                Capelli di rame, brace viva, foglie d'autunno.

                Oh com'è calda la nostalgia
                con i suoi mirati ritagli
                le sue sottigliezze scorrette,
                com'è ingiusta nell'escluder i difetti
                dietro la sua mano sempre tesa
                aperta d'innanzi allo sguardo.

                Ma è lì che dovete cercare
                se volete sapere come la ricordi.

                Occhio di terra, d'oliva, e di mare burrascoso
                occhio liquido di stagno
                bocca ampia, tesa a cercare...
                fronte acuta.
                Molta intelligenza e bisogno di sicurezza:
                binomio di sconfitta.
                Amore.
                Binomio di sconfitta.

                Ti auguro di perdere in trionfo,
                che il suono delle fanfare però
                non spazientisca il germe
                della mia inedia. sol questo!

                Lascia che il passato si faccia tale
                mentre anche la nostalgia
                si avvicina, irriverente,
                a portarmi via dal futuro
                i miei ricordi di te.
                Composta sabato 30 maggio 2015
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