Poesie inserite da Hannele

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Scritta da: Hannele
Senza parole
queste parole
infami parole
vuote parole
inutili parole
flebili parole.
Senza parole.

Senza parole
quest'oceano zitto di parole,
questo vento muto di parole,
questo taciturno eco di parole,
questo silenzioso pianto di parole.
Un corpo stanco e dolore, di assenza di parole.

Senza parole
una finestra riflessa e accesa,
una luce spenta e gialla,
una strada nuda e cruda,
una sedia rotta e arsa,
una palla bucata e sgonfia,
una parola usata e infranta.

Senza parole
foglio bianco di parole,
biro nera di biancore,
occhiali soli di pallore,
Viso scarno di - furore di parole.
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    Scritta da: Hannele
    Sono il tempo,
    sono un rapace,
    sono la gabbia per topi
    più sanguinante e veloce.

    Solo il tuo presente,
    il tuo futuro, il tuo mentire
    e il tuo scappare.

    Sono il vecchio passante,
    il neonato scoprire
    e dimenticare.

    Sono una calibro nove,
    un fucile o un pugnale.
    L'arma più potente
    di secoli lacerante,
    di amanti urlante,
    di madri speranti.

    Speranza frattura nei tempi.
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      Scritta da: Hannele
      Pablo testimone di rabbia,
      testimone di sabbia,
      testimone di intemperie,
      testimone di barbarie.

      Una pioggia di sangue,
      un delitto di carne
      bianca latte
      senza parte.

      Un fiume di sangue,
      un terreno di carne
      rosso latte
      senza parte.

      Una storia di sangue,
      una piazza di carne
      verde latte.
      Speranze infrante.

      Un paese di sangue,
      una madre di carne
      nero latte.
      Nazioni infrante.
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        Scritta da: Hannele
        Dio,
        dicci dove sei nostro dio,
        dicci come fai a restare fermo,
        immobile, inerme, stoico, esterno.
        Dicci come fai a vedere
        questo tuo sacro mondo cadere,
        distruggersi, cospargersi
        in pezzi ridicoli e sparsi.
        Quest'africa sfruttata, odiata, maltrattata,
        amata, adorata, venerata, giocata
        a dadi o in un'unica estrema puntata.
        Quest'America che si stende
        come un velo bianco e congiunge
        i due poli che reggono il mondo.
        Ma di poli in realtà nel profondo
        ne ha miliardi e continua a deteriorarsi
        nel nome di un baratto d'oro e intarsi.
        Quest'oriente e la cara mezzaluna
        solo i telegiornali al chiaro di luna
        occupa costante senza turbare
        nessuna mente che vada a pensare
        nel buio di una stanza al male che canta.
        Quest'infanzia lasciata e compianta:
        protezione, amore, luce, candore,
        dolcezza, arcobaleno, sole, tepore,
        Spariti rubati svaniti o devastati?
        Assenza di verbi e piccoli pianti
        di pace e abbracci fortificanti,
        tutto ribellato a questi falsi cantanti.
        La fame nei campi, la sete sui ponti,
        la stanchezza sui letti e la disillusione.
        Questa vecchiaia in contemplazione
        della morte e della pensione:
        le giunture si spezzano,
        la dignità spazzano,
        la passata felicità dimenticano.
        Questi valori imprescindibili
        sotto culi deplorevoli.
        Il nostro sangue svergognato
        una volta così rosso ambrato.
        Il nostro tono imbarazzato
        ferito e derubato,
        una voce squillante,
        quella del potere sfavillante,
        del petrolio culminante,
        del denaro o l'Aspromonte,
        del dolore mio regnante,
        del candore più buio e urlante.
        Dio, dicci dove sei,
        dicci come fai
        dicci se ci sei,
        dicci se farai.
        Dacci almeno il tuo stoico immobilismo
        o tienitelo quest'ultimo,
        siamo già barricati nel vittimismo,
        un orrido cannibalismo
        di futuro e nuovo umanismo.
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          Scritta da: Hannele
          Amore è temere, amore è osare,
          amore è il suono che arriva dal mare.
          Amore è terra, amore è sole,
          amore è una nuvola in cui si rispecchia un fiore.
          Amore è saggio, amore è Berlino,
          amore è un vecchio che si riscopre bambino.
          Amore è neve, amore è seme,
          amore è l'immobilizzante abbraccio della neve.
          Amore è volpe, amore è gregge,
          amore è un miracolo di scelte.
          Amore è tempesta, amore è candore,
          amore è tenere la mano a un pazzo, o un sognatore.
          Amore è entrata, amore è uscita,
          amore è il tuo dolce passo nella mia vita.
          Amore è libero, amore è volo,
          Amore è felicità emanata da ogni poro.
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            Scritta da: Hannele
            Non sei ma rimani
            Non puoi ma ti tengo
            Non vuoi ma ti spingo
            Non ti ho ma ti voglio.

            Non sei ma ti sento
            Non sei ma ti vedo
            Non sei ma ti odo
            Non ti ho ma ti voglio.

            Un'illusione perenne:
            ti silenzio, ti reprimo
            ma resti inerme e solenne.
            Non sei ma batti.

            Batti feroce fugace
            improvviso disarmante
            tenue sorprendente
            dolce devastante.

            Batti in un cuore freddo
            Batti in un corpo steso
            Batti in un sogno caldo
            Batti in un fuoco acceso.
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              Scritta da: Hannele
              Diventerò pazza
              a furia di pensare a questo vuoto di piazza,
              abbandonata e silenziosa
              come una vedova ancora sposa.
              Diventerò pazza
              continuando con questo gioco di voglie
              che esclude ogni colpo alle colpe
              come innamorate ma sole colombe.
              Diventerò pazza
              a pensare a quanti tuoni sogni e fiocchi rosa
              avresti accolto e cullato in una rosa
              come rondine che si posa.
              Diventerò pazza
              restando su una vettura o mano invisibile,
              rifiutando una realtà di cemento infrangibile
              come una statua dormiente ma fragile.
              Diventerò pazza
              ma permango in questo mare di lacrime,
              una mancanza di cenere,
              un dolore di favole.

              Hannele.
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                Scritta da: Hannele
                Dio,
                dicci dove sei, nostro dio
                dicci come fai a restare fermo
                immobile, inerme, stoico, esterno.
                Dicci come fai a vedere
                questo tuo sacro mondo cadere,
                distruggersi, cospargersi
                in pezzi ridicoli e sparsi.
                Quest'africa sfruttata, odiata, maltrattata,
                amata, adorata, venerata, giocata
                a dadi o in un'unica estrema puntata.
                Quest'America che si stende
                come un velo bianco e congiunge
                i due poli che reggono il mondo.
                Ma di poli in realtà nel profondo
                ne ha miliardi e continua a deteriorarsi
                nel nome di un baratto d'oro e intarsi.
                Quest'oriente e la cara mezzaluna
                solo i telegiornali al chiaro di luna
                occupa costante senza turbare
                nessuna mente che vada a pensare
                nel buio di una stanza al male che canta.
                Quest'infanzia lasciata e compianta
                protezione, amore, luce, candore,
                dolcezza, arcobaleno, sole, tepore
                spariti, rubati, svaniti o devastati?
                Assenza di verbi e piccoli pianti
                di pace e abbracci fortificanti
                tutto ribellato a questi falsi cantanti.
                La fame nei campi, la sete sui ponti,
                la stanchezza sui letti e la disillusione...
                Questa vecchiaia in contemplazione
                della morte e della pensione.
                Le giunture si spezzano,
                la dignità spazzano,
                la fallace felicità dimenticano.
                Questi valori imprescindibili
                sotto culi deplorevoli,
                il nostro sangue svergognato
                una volta così rosso ambrato,
                il nostro tono imbarazzato
                ferito e derubato,
                una voce squillante,
                quella del potere sfavillante
                del petrolio culminante,
                del denaro o dell'Aspromonte,
                del dolore mio regnante,
                del candore più buio e urlante.
                Dio, dicci dove sei,
                dicci come fai,
                dicci se ci sei,
                dicci se farai.
                Dacci almeno il tuo stoico immobilismo
                o tienitelo quest'ultimo,
                siamo già barricati nel vittimismo,
                un orrido cannibalismo
                di futuro e nuovo umanismo.
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                  Scritta da: Hannele
                  Idoli di vita,
                  idoli di patria,
                  idoli di meta.

                  Idoli di colori,
                  idoli di splendori,
                  idoli di amori.

                  Compagni di sventure,
                  compagni di avventure,
                  compagni di giunture.

                  Compagni di poesie,
                  compagni di avarie,
                  compagni di utopie.

                  Compagni miei,
                  sento la muffa
                  crescerci addosso,

                  come se dagli dei
                  trasformati in stoffa,
                  piantati in asso.

                  Queste coperte
                  sporche di sangue
                  delle lacrime

                  audaci, rosse, scoperte,
                  piante per sempre
                  sulle nostre anime.
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