Scritta da: Catone appassito

Democrazia

Nel mentre me ne stavo nell'ovile,
mi venne voglia di andare nel cortile.

Sgaiattolando quasi di stramano.
Mi allontanai dal gregge piano piano.

Giunto nell'aia, vidi più di un gallo
che si beccavano a vicenda, senza stallo;

e delle oche vociavano cianciose
dibattendo di tante arcane cose:

degli asini ragliavano ad oltranza:
alcuni cani vegliavano a distanza.

Fidi al padrone e solo a lui devoti,
più che ad un santo andavano i lor voti.

Pronti a leccargli sempre piedi e mani
(di altre parti vi dirò domani),

si prosternavan davanti a lui giulivi
scondizzolando con occhi lascivi.

Quando possente si levò la voce
di chi ogni giorno è stato messo in croce:

"Questi galletti dalla cresta rossa
che sognano, imbecilli, una riscossa,

mi accusano e mi vogliono caduto...
a me! Dalle masse il Benvoluto!

Forza miei prodi! Risolviamo il tutto:
il vecchio mondo deve andar distrutto.

Riformiamo Giustizia e Presidenza
e solo nostra sarà l'ardua sentenza.

Noi giudicheremo! Le toghe rosse
cambieranno colore o pur rimosse.

Le penne stolte ed i corsivi arditi
saranno dalle pagine banditi;

e chi nevigherà contro corrente,
sarà bollato come deficiente.

La Libertà è bella e va elargita
e renderà più gaia questa vita!...".

Un belato continuo ed assordante
si levò dal gregge in quell'istante.

E crogiolandosi al suon di tanti "Bee"
il nostro uomo andò pieno di sé.
Composta mercoledì 21 ottobre 2009

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