Scritta da: FEDERICO COSTANTINI

Canto del cielo

Per le vie oscure di boschi bruni,
per mari spumosi e profondi
di tanto peregrinar vado.
A causa dell'amor veggo innanzi a me cader il tedio
e la angustia umana dissolversi.
La natura mi abbraccia come rami di vischio
e bacche aulenti in questa vita lieve.

Tu mi osservi come estraniata ed io ti confido
il mio abbandono a Dio.
Disperso nel destino della vita, amaro come acerbi frutti di marzo
ora sono, di vinta virtù audace e tu di pallido amor
insieme andiamo pellegrini nella vita fuggiasca.

Uniti da un vincolo d'oro, che sfuma nel blu
dei monti perpetui, nel cielo dipinto da angeli, giunti erriamo
per le vie del dolore, nei terreni ricordi.
Smarriti nella moltitudine umana
di tutti i tempi, giace
un bimbo avvolto in fasce.

La luce bianca di spazi immensi
ci conduce al creato
a vedere quel che dire non si può.
Migliaia di persone, millesimi attimi
di ogni vita, raccolti in una cesta.
Ed io, stravolto nei sensi, in una spirale di vento
vado a cercar riposo, fatto un dì di argilla,
nella vita vetusta e breve.

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    Scritta da: FEDERICO COSTANTINI
    Ha partecipato al concorso
    Come un granello di Sabbia

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