Scritta da: GISY

Alla stazione

Ho guardato la tua pelle scura ed i tuoi occhi neri.
Ho visto il tuo sguardo perdersi in chissà quali pensieri.
Eri lì, seduto su una panchina che non era la tua,
di una città che non ti apparteneva,
in un Paese lontano.
I tuoi occhi forse cercavano il mare o le braccia di tua moglie,
ma incrociavano solo sguardi indifferenti che tu non guardavi.
Eri lì, seduto su quella panchina perché non potevi essere altrove.
E allora ti stringevi un po' di più nel giubbotto per riscaldare il cuore.
Un treno prima o poi sarebbe arrivato
e tu lo avresti preso per scendere in un'altra stazione che non era la tua,
di una città che non ti apparteneva, in un Paese lontano.
Ma i pensieri, i progetti, le illusioni, le speranze, i sogni,
la forza e la volontà per realizzarli... quelli sì che ti appartenevano.
E potevi portarli dovunque.
Nessun luogo te li avrebbe tolti.

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    Info

    Scritta da: GISY
    Ha partecipato al concorso
    Come un granello di Sabbia

    Commenti

    1
    postato da , il
    Una Poesia molto Bella,
    Io mi sono permesso (citando il tuo nome)  di fare un contest fotografico su la tua poesia, ovvero fotografare le emozioni che questa poesia trasmette.
    Ti lascio il link dove si svolgera il contest.
    Se questo non ti aggrada, lo tolgo
    Grazie e complimenti per ciò che il tuo cuore ti fà scrivere.
    Daniele
    http://www.flickr.com/groups/508280@N20/discuss/72157627920969608/

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