Scritta da: Marco Nuzzo

Ebano e avorio

Rapiti sensi, date a questa bocca il fervore di raccontare di lei,
del suo passaggio seppellito dalle onde,
e di un pianoforte sulla sabbia,
che penetrante scandiva quella musica immortale...
racconta, mio cuore, lo sforzo di sostenere il suo sguardo,
quando gli occhi di lei osservavano estasiandosi
le armonie del mio battere e levare sull'ebano e l'avorio...
rimembra, pensiero, dei giorni passati a tentar di replicare quei magici istanti
e racconta la poesia degli occhi d'una donna,
specchio di soave essenza.
Se sei sogno fammi dormire in eterno, fulgida passione,
se sei vita non impigrire i miei sensi, vivida enfasi,
or fantasticavo...
Le mie dita adesso calcano i caldi tasti, come allora,
e il tramonto riflette l'ultimo bagliore sullo scorcio del mare calmo,
eppure dei suoi passi sulla spiaggia non resta che lo spirito.

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