Scritta da: Davide Bidin

La ballata del Caduto

Sparo
gli occhi mirano il petto scalfito
gettate le membra sulla terra
non un nemico d'innanzi
non vi è mai

sguardo di uomo
riflessione finale
vuoto è l'odio, la tristezza
inutile l'amore, la felicità
la domanda è, cosa si era?

Ancora un barlume sulla camicia
rubino, vino, cherry e mosto
grondante rimasuglio di ciò
che siamo, che eravamo
ma vivo, ho vissuto per via dell'olio carminio?

Qual è il significato di ciò che ero
e ch'è il significante di ciò che ho fatto
mezzo era il mio corpo
senza testa sarebbe morto
sarò idra pel mio retaggio?

Il braccio distende nell'ultima scintilla
la tasca lontana a parer miglia
viene toccata al fine
ne esce un'icona
che riveli il motivo della danza?

Forse speranza per i nascituri
ma se il nato un attimo fa ero io
Forse epitaffio reverenziale
ma se le idee spirano nell'oblio
Eravamo, Siamo, Diventiamo sterco secco?

La foto davanti al volto già mesto
le iridi si mostrano all'astro con l'ultimo sprazzo
atto a scoprir che l'immago
è bianca perché capovolta
è buio cala si alza il sipario.
Composta martedì 6 ottobre 2009

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