Scritta da: Tommaso Mazzoni

Le due suore

Vestite tutt'e due di nero
camminan per la strada a passo svelto:
quella più alta e grossa un po' più avanti
la seconda, più bassa e mingherlina,
a testa bassa la segue passo passo.

La prima accianca, passi lunghi e rudi,
la seconda trotterella a passi brevi.
Le guardo un po', ma niente cambia
per il tratto di tempo ch'io le osservo.

Signore Iddio, mi sono detto,
appaiate, di certo, si può dire,
ma non mi pare che si possa dare
a quelle suore il nome di sorelle (*).
Composta martedì 14 gennaio 1997

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    Scritta da: Tommaso Mazzoni
    Riferimento:
    (*) - Come sappiamo, sorella non è altro che il diminutivo-vezzeggiativo di suora. Nel mentre ci sarebbe pure da aggiungere che anche due sorelle di sangue possono benissimo essere assai diverse l'una dall'altra, tuttavia ho voluto lasciare intatta la macchietta così come ne avevo avuta l'impressione.
    Mi viene di aggiungere però, dato che quel suo commento m'è tornato alla mente proprio ora che sono intento a questa trascrizione, quanto Søren Aabye Kierkegaard (1813-1855) scrisse osservando due mucche sulla strada di Aarhus... Qui il suo scritto.
    Non c'è però alcun sentimento d'irriverenza, in questo accostamento, solo analogie. Vi prego di credermi.
    In questo testo Kierkegaard è terribilmente falcidiante, perlomeno se ci rapportiamo a quei tempi (1840/42).
    Nota bene: questo grande filosofo aveva, all'epoca, poco meno di trent'anni (1813-1855).

    Composta a Firenze, Stazione ferroviaria di Santa Maria Novella.

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